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Cassa integrazione straordinaria: Cgil, risorse finanziarie insufficienti

 La Cgil per quest’anno si attende un utilizzo della cassa integrazione in deroga tale che le risorse finanziarie fino ad ora destinate alla copertura saranno insufficienti. A dichiararlo, in particolare, è stato Fulvio Fammoni, segretario confederale del più grande Sindacato italiano, dopo la comunicazione, da parte dell’Inps, degli ultimissimi dati sull’andamento nel nostro Paese del ricorso agli ammortizzatori sociali. E se la cassa integrazione in deroga per la Cgil è a conti fatti senza risorse, quella straordinaria sta finendo e rappresenta in tutto e per tutto l’anticamera per l’espulsione dal mondo del lavoro. I dati 2010 dell’Inps, non a caso, parlano chiaro visto che diminuisce il ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria ma, a causa della perdurante situazione di difficoltà delle imprese, c’è l’aumento del ricorso alla cassa straordinaria ed a quella in deroga. Secondo il leader del Sindacato il Governo, il Ministero dello Sviluppo economico ed il Ministero del Lavoro dovrebbero dare assoluta priorità al fine di trovare le risorse per garantire certezze e tutele, e per evitare che le aziende al termine della cassa integrazione straordinaria lascino i lavoratori a casa

D’altronde proprio Fulvio Fammoni, nel commentare i dati sull’occupazione dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), rilasciati alla fine del mese scorso, aveva posto l’accento sul fatto che da un lato nel nostro Paese il calo dell’occupazione appare senza fine, e dall’altro la grave situazione del 2010, senza interventi e misure di natura straordinaria, rischiamo di portarcela dappresso anche per tutto il 2011.

I dati dell’Istat, secondo il leader della Cgil, indicano che nel 2010 in Italia c’è stato il massimo utilizzo, da sempre, della cassa integrazione, unitamente ad una disoccupazione altissima. Per arrestare l’emorragia di posti di lavoro, ed invertire la tendenza, servono quindi dei veri e propri atti straordinari, urgenti, concreti ed incisivi, al fine di salvaguardare nel nostro Paese il patrimonio occupazionale e produttivo.

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