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La chiusura degli stabilimenti FIAT e le diverse iniziative per conservare il posto di lavoro

 Da una parte la FIAT, per la precisione il gruppo Iveco, ha deciso di chiudere cinque stabilimenti in Europa e dall’altra, la Pilkington, una multinazionale del vetro, al fine di conservare la propria occupazione ha deciso di siglare dei contratti di solidarietà: il posto di lavoro diventa un obiettivo primario perché senza un lavoro non si raggiunge autonomia sociale ed economica. Due facce di una stessa medaglia e due visione differenti.

Iveco chiude in Europa cinque stabilimenti. Con questa decisione la FIAT saluta oltre mille lavoratori coinvolgendo le regioni della Francia, Chambery, della Germania, Weisweill e Ulm, in Austria, Graz e di Goerlitz. In Germania, però, Iveco ha già deciso di realizzare un centro di eccellenza per i mezzi anti-incendio.

La decisione è stata  resa nota dal CEO del gruppo, Alfredo Altavilla, nel corso della presentazione del nuovo Stralis a Torino.

Saranno coinvolte 1.075 persone  stiamo negoziando con i sindacati. L’obiettivo è chiudere entro l’anno”. “Sono misure dolorose  ma servono a rafforzare l’azienda nel suo complesso. Non abbiamo smesso di migliorare la nostra offerta di prodotto, non abbiamo tagliato investimenti. Quando ci sara’ la ripresa i mercati ci troveranno pronti

In questo ultimo periodo la FIAT è al centro di discussioni e di dibattiti pubblici che pongono in evidenza il nuovo piano industriale della Fiat, a questo proposito Lavoratori Fiat Termini Imerese: futuro incerto anche per l’indotto e Fiat, disdetta a Melfi le pause sui tempi lavoro.

Alla Pilkington, contratti di solidarietà per evitare licenziamenti. L’azienda multinazionale del vetro ha deciso di avviare un processo di ristrutturazione per via della crisi del settore automobilistico. Ricordiamo che lo stabilimento abruzzese produce e fornisce vetro per i maggiori costruttori di automobili: dalla General Motors alla Fiat, dalla BMW si arriva alla Renault passando da Audi e Volkswagen, solo per citare alcuni.

Secondo questa decisione, per lo stabilimento di San Salvo, si annuncia un esubero di 500 lavoratori tra operai ed impiegati  con una possibile chiusura e delocalizzazione degli uffici Acquisti, Amministrazione e Servizi informatici, a causa del calo di ordinativi dovuto al crollo delle vendite automobilistiche, sollevando forti preoccupazioni.

Per tutelare l’occupazione e per tentare di scacciare lo spettro dei licenziamenti, la direzione aziendale, con le organizzazioni sindacali, hanno sottoscritto un accordo per utilizzare i contratti di solidarietà su tutta la forza lavoro dello stabilimento.

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