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Manovra 2011, torna l’IRPEF sulla prima casa

… ma non dovevamo vederci più? In effetti, la manovra fiscale 2011 ha ripristinato, con decorrenza 2014, l’Irpef sulla prima casa con il taglio delle agevolazioni fiscali eliminando la cosiddetta no tax area sugli immobili e, secondo alcune valutazioni del giornale “La Repubblica” per una casa di 80 metri quadri si pagheranno da 50 a 90 euro a firma di Roberto Petrini.

Infatti, la manovra ha stabilito che i vigenti “regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale” (le cosiddette agevolazioni fiscali, articolo 40, comma 1) verranno ridotte del 5% per l’anno 2013 e del 20% a decorrere dall’anno 2014, al fine di garantire un recupero di gettito non inferiore a 4 miliardi di euro nel 2013 e di 20 miliardi nel 2014.

È opportuno ricordare che non si procederà al taglio delle agevolazioni da parte del Ministero dell’Economia, nel caso in cui entro il 30 settembre 2013 siano stati adottati i decreti legislativi attuativi della delega fiscale ed assistenziale aventi ad oggetto il riordino della spesa sociale, nonché l’eliminazione o la riduzione dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale che si sovrappongono alle prestazioni assistenziali.

Un riordino che dovrà, in ogni caso, determinare effetti positivi, ai fini dell’indebitamento netto, non inferiori agli importi sopra indicati di 4 e 20 miliardi di euro rispettivamente per il 2013 e 2014.

Ad ogni modo, come ha più volte ribadito la CGIL e la UIL, la manovra varata dal Governo, in modo particolare la riduzione delle agevolazioni fiscali, determina un aumento della pressione fiscale proprio sui lavoratori dipendenti e sui pensionati e ciò comporta, secondo alcune valutazioni della UIL un taglio fino al 6 per cento del reddito disponibile delle famiglie più povere.

Per la Uil, Servizio Politiche Fiscali,  i tagli non devono riguardare le detrazioni sui redditi da lavoro e assimilati, quelle cioè previste per le spese (costi) di produzione del reddito per il semplice fatto che detrazione specifica sui redditi da lavoro non costituisce una agevolazione, ma un elemento strutturale della tassazione, finalizzato al riconoscimento forfetario dei costi sostenuti dai lavoratori per “produrre” il proprio reddito, costi che ad altri soggetti, lavoratori autonomi, vengono riconosciuti in via analitica.

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