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Pensioni di anzianità e invalidità: le regole del 2013

 Con la Circolare INPS n. 149 sono stati comunicati i nuovi criteri e le nuove modalità di rivalutazione delle pensioni di anzianità ed invalidità per il 2013. Con l’anno appena iniziato e l’entrata in vigore a regime della Riforma Monti-Fornero cambiano, quindi, l’età pensionabile, gli assegni per pensionati e invalidi civili e i limiti di reddito.

Più rigorose, infatti, le condizioni di accesso alle pensioni di anzianità e invalidità e più elevata per tutti i lavoratori l’età pensionabile. Per le pensioni di invalidità, ad esempio, non cambiano solo gli importi delle pensioni e degli assegni per gli invalidi civili, ma anche i limiti di reddito, in quanto sarà computato anche il reddito del coniuge: gli invalidi civili perderanno il diritto all’assegno di invalidità se, sommando il reddito del coniuge e la propria pensione di invalidità, si supererà il limite dei 16.127,30 euro lordi.

Per quanto riguarda le pensioni di anzianità, è opportuno ricordare che dal 1° gennaio 2013 si andrà in pensione a 62 anni e tre mesi per le donne e a 66 anni e tre mesi per gli uomini, precisando tuttavia che per le donne l’età pensionabile salirà via via fino ad equiparare quella degli uomini nel 2018.

Entriamo nello specifico. Alla pensione di anzianità si può accedere quando si raggiungono non solo i requisiti anagrafici, ma anche i requisiti contributivi di almeno 20 anni, comunque versati o accreditati. Si accede alla pensione di vecchiaia a 65 anni per gli uomini, qualunque sia il settore di attività, mentre per le donne viene richiesto un requisito diverso in base al settore lavorativo.

Comunque, per tutti, uomini e donne, del settore pubblico e del privato, l’età della pensione di anzianità non potrà essere inferiore a 67 anni dal 2021, anche nel caso in cui l’età richiesta non fosse raggiunta mediante gli adeguamenti alla speranza di vita.

E inoltre, per la pensione di anzianità, come abbiamo anticipato, non serve solo l’età anagrafica, ma anche il possesso di un’anzianità contributiva minima di 20 anni. Inoltre, per i lavoratori che hanno iniziato a versare dopo il 1° gennaio 1996, l’importo dell’assegno dev’essere almeno pari a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale, tranne eccezioni per chi raggiunge i 70 anni di età.

Per quanto riguarda la pensione anticipata, con la riforma Fornero è possibile andare in pensione prima dell’età prevista per la pensione di vecchiaia solo se si supera un periodo minimo di contributi versati: cioè, a prescindere dall’età anagrafica, sarà necessaria un’anzianità contributiva di 42 anni e 5 mesi per gli uomini oppure di 41 anni e 5 mesi per le donne.

Tuttavia, per chi sceglie la pensione anticipata si applica una riduzione di importo variabile dall’1 al 2% per ogni anno di anticipo se matura l’anzianità contributiva necessaria e decide di accedere alla pensione anticipata prima dei 62 anni. Un sistema di incentivi e disincentivi mirato ad allungare la permanenza al lavoro delle persone che potrebbero accedere alla pensione anticipata.

APPROFONDIMENTI
*Pensione vecchiaia, aumento requisito anagrafico dal 1° gennaio 2013
*Pensioni news, dal 2013 soggette all’incremento della speranza di vita
*Assegno sociale 2013

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