Eliminare la burocrazia per malati cronici e disabili

 L’idea è buona, la burocrazia, infatti, rappresenta uno strumento che a volte è perfettamente inutile e mortifica le persone, specie se sono malati cronici o disabili.

Il Ministero della salute, con il decreto del 23 novembre 2012 avente come oggetto “Definizione del periodo minimo di validità dell’attestato di esenzione dalla partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie” e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 33 dell’8 febbraio 2013, ha modificato il regime del rinnovo degli attestati di esenzione dal ticket per malati cronici e disabili; infatti, il Ministero, di intesa con le Regioni e Province autonome, il periodo minimo di validità dell’attestato, fissando in molti casi una durata illimitata.

In arrivo il nuovo Piano d’azione biennale sulla disabilità

 Grazie all’approvazione da parte dell’Osservatorio sulla disabilità, un organismo previsto dalla Convenzione Onu e in carica dal 16 dicembre 2010, del Piano d’azione per la promozione dei diritti delle persone con disabilità anche se, in realtà, occorrerà aspettare al vaglio del Consiglio dei Ministri e dalla Conferenza Unificata, per poi essere adottato come Decreto del Presidente della Repubblica.

Approvato il Programma sulla condizione delle persone disabili

 Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali comunica, attraverso un suo comunicato, che è stato approvato il primo Programma d’azione italiano sull’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità.

Infatti, in accordo al comunicato del Ministero il Programma d’azione italiano per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità è stato approvato dall’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e segna un importante risultato nel campo delle politiche a favore delle persone con disabilità e arriva dopo l’invio, lo scorso mese di novembre, del primo Rapporto italiano alle Nazioni Unite sulla implementazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità nel nostro Paese.

Al via la nuova disciplina per gli alunni disabili

 Già diverse componenti sociali hanno battezzato questo corso come la via italiana all’inclusione scolastica ponendo in evidenza un nuovo modello nell’Unione Europea, visto che risponde alle mutate condizioni sociali ed economiche del nostro Paese.

Sono stati quantitficati in circa 500 mila gli alunni con disturbi del comportamento o dell’attenzione, sindrome di Asperger e quoziente intellettivo appena sopra il limite, non tutelati dalla legge 104 né dalla 170.

Dall’Inps le domande dei permessi online

 L’Inps informa che sulle nuove modalità di presentazione telematica delle domande per la fruizione dei permessi così come previsto dal messaggio n. 18728 intitolato come “Circolare n. 117/2012 – Modalità di presentazione telematica delle domande per la fruizione dei permessi di cui all’art. 33 della legge del 5 febbraio 1992, n. 104 – Precisazioni – Ambito di applicazione soggettivo” dello scorso 15 novembre 2012 e a seguito delle disposizioni contenute nella circolare n. 117/2012.

Il Rapporto Isfol sulla legge 68 su disabili e lavoro

 È stata presentata la sesta relazione di monitoraggio sulla normativa su disabili e lavoro, ossia sulla legge numero 68 del 12 marzo 1999 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, con un dato del tutto incoraggiante: nel biennio 2010-2011 le assunzioni sono tornate a crescere, soprattutto con la formula della convenzione anche se in presenza di contratti a tempo determinato.

Audizione in Parlamento sull’invalidità civile

 I rappresentanti dei patronati aderenti al Cepa – ovvero inas, Inca, Ital e Acli – sono stati sentiti dalla Commissione lavoro, previdenza sociale del Senato, in merito alle nuove procedure telematiche per il riconoscimento dell’invalidità civile, introdotte con la legge n. 102/2009.

I Patronati hanno ribadito la carenza, anche due anni dall’entrata in vigore della legge, di una vera applicazione delle norme; in effetti, la nuova legge avrebbe dovuto garantire rapidità e trasparenza nelle modalità di riconoscimento dello stato di invalidità civile, handicap e disabilità. In realtà, si è dovuto denunciare disagi  a cui i disabili e/o i loro familiari sono stati sottoposti  per difficoltà riconducibili esclusivamente a ingiustificate e persistenti lacune operative.

Il trasferimento del familiare disabile

 Importante sentenza della Corte di Cassazione dove si ribadisce che occorre sempre giustificare il trasferimento del familiare disabile.
Infatti, con la sentenza n. 9201 del 7 giugno 2012, la Cassazione ha affermato che è da considerarsi illegittimo il trasferimento del lavoratore che assiste un familiare portatore di handicap anche non grave, qualora l’azienda non abbia prodotto alcun motivo che, in un bilanciamento degli interessi, possa giustificare la perdita di cure da parte del soggetto debole.

La Suprema Corte specifica che il diritto del lavoratore a non essere trasferito ad altra sede lavorativa senza il suo consenso non può subire limitazioni anche allorquando la disabilità del familiare non si configuri come grave risultando la sua inamovibilità – nei termini in cui si configuri come espressione del diritto all’assistenza del familiare comunque disabile – giustificata dalla cura e dall’assistenza  da parte del lavoratore al familiare con lui convivente, sempre che non risultino provate da parte del datore di lavoro – a fronte della natura e del grado di infermità (psico-fisica) del familiare – specifiche esigenza datoriali che, in un equilibrato bilanciamento tra interessi, risultino effettive, urgenti e comunque insuscettibili di essere diversamente soddisfatte.

La legge quadro sull’handicap

 La legge 5 febbraio 1992 n. 104, anche conosciuta come legge quadro sull’handicap, riconosce diversi benefit a favore di lavoratori o familiari di persone con disabilità.

Infatti, a titolo di esempio, è possibile ricordare che all’articolo 6, in materia di prevenzione e diagnosi precoce, si prevedono interventi per la prevenzione e la diagnosi prenatale e precoce delle minorazioni si attuano nel quadro della programmazione sanitaria di cui agli artt. 53 e 55 della L. 23.12.78 n. 833 e successive modificazioni .

L’articolo 7, in tema di cura e riabilitazione, si prevede la possibilità di realizzare programmi che prevedano prestazioni sanitarie e sociali integrate tra loro coinvolgendo la famiglia e la comunità. Il servizio sanitario nazionale tramite le strutture proprie o convenzionate assicura gli interventi riabilitativi e ambulatoriali, a domicilio o presso i centri socio-riabilitativi ed educativi a carattere diurno o residenziale.

Il programma 2012 per le verifiche dell’invalidità civile

 L’Inps, con messaggio n. 6796 del 19 aprile 2012, in conformità al dettato normativo, informa che procedendo anche nell’anno in corso all’attuazione di un piano di verifiche nei confronti dei titolari di benefici di invalidità civile, sordità, cecità civile ed handicap. Il programma di verifiche straordinarie dell’anno 2012 comprenderà anche l’accertamento della permanenza dei requisiti di legge previsti dall’articolo 3, comma 3, della legge 104/1992 (assistenza permanente e continua in relazione alla riduzione dell’autonomia personale) e prevede la gestione automatica, prima della scadenza, della convocazione a visita di tutti i titolari di prestazioni economiche di invalidità civile, cecità civile e sordità.

La nuova ripartizione delle risorse per i lavoratori disabili

 Il decreto del Ministero Lavoro 27 ottobre 2011, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.44 del 22 scorso, dispone la  modifica ed abrogazione del decreto 4 febbraio 2010 concernente i criteri e le modalità di ripartizione delle disponibilità del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, di cui alla legge n.68-99. Il decreto risponde nell’ottica delle disposizioni contenute nel regolamento CE n. 800/2008 della Commissione edefinisce i criteri e le modalità per la ripartizione fra le regioni e le province autonome delle disponibilità del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili.

In base all’articolo 2 il riparto del Fondo è effettuato entro il 30 aprile di ciascun anno dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, proporzionalmente alle richieste di contributo presentate dai datori di lavoro privati che hanno effettuato assunzioni a tempo indeterminato ai sensi dell’art. 12-bis, comma 5, lettera b) e dell’art. 13, comma 1, lettere a), b) della legge n. 68/1999, nell’anno antecedente al provvedimento di riparto, e quelle relative agli interventi di cui alla lettera d) dell’art. 13.

Donne e infortuni, iniziative per le lavoratrici

La necessità è assolutamente prioritaria: aeguare la tutela per i rischi professionali delle donne lavoratrici alle specificità di genere e alla peculiarità del duplice impegno che generalmente viene richiesto loro. In sostanza, occorre intervenire non solo dal lato professionale, ma anche di cura della famiglia attraverso una legislazione attenta così come si propongono le firmatrici delle proposta di legge le senatrici Silvana Amati e Ombretta Colli.

La proposta di legge delega il Governo a intervenire sulla normativa di settore per garantire alle donne lavoratrici – e a quelle con disabilità – maggiori tutele a livello sanitario, riabilitativo, psicologico, economico, sociale, assicurativo e formativo.