Voucher alle donne: Bando prorogato in Provincia di Pesaro e Urbino

 Il Bando per la concessione di contributi alle donne, in Provincia di Pesaro e Urbino, con la finalità di agevolare la conciliazione tra i tempi di lavoro e quelli da dedicare alla famiglia, è stato prorogato. A darne notizia nella giornata di ieri, venerdì 21 gennaio 2011, è stata l’Amministrazione provinciale nel precisare come la scadenza ultima per la presentazione delle domande sia stata spostata/prorogata al 28 gennaio 2011. C’è quindi ancora un’altra settimana di tempo per la presentazione delle istanze con cui le donne, ed in particolare quelle a basso reddito, possono ottenere i contributi, sotto forma di voucher, per la copertura di spese legate alla cura della famiglia quali le rette per gli asili nido, la babysitter, la mensa scolastica, l’assistente domiciliare o il servizio di trasporto scolastico per i figli. Il Bando prorogato rientra nell’ambito di un’iniziativa messa a punto dalla Provincia di Pesaro e Urbino ed in particolare dall’Assessorato alle Pari Opportunità e da quello alla Formazione e Lavoro.

Lavoro e famiglia: aiuti alle donne in Provincia di Pesaro e Urbino

 L’Amministrazione provinciale di Pesaro ed Urbino, ed in particolare gli assessorati alle Pari Opportunità, alla Formazione ed al Lavoro, hanno emanato un bando, con scadenza fissata al 21 gennaio del 2011, grazie al quale potranno essere concessi alle donne aiuti di natura economica a sostegno della conciliazione tra le attività lavorative ed il tempo da dedicare alla famiglia. La misura di aiuto consiste nell’erogazione di voucher che potranno essere utilizzati a copertura delle spese per la baby-sitter, gli asili nido, gli assistenti domiciliali, le badanti e, tra l’altro, anche per la mensa ed il trasporto scolastico. Gli stanziamenti messi sul piatto dall’Amministrazione provinciale per la misura di aiuto alle donne ammontano a complessivi 230 mila euro, e potranno essere concessi a coloro che hanno un basso reddito e sono lavoratrici autonome o dipendenti, inoccupate, o donne disoccupate che frequentano corsi di formazione oppure che risultano essere assegnatarie di borse di lavoro.

Lavoro e famiglia: Parma, progetto “D.O.T.E.” per superare le difficoltà

 Si chiama “D.O.T.E.”, Dare opportunità in tempo di emergenza, ed è un importante progetto che a Parma la Provincia promuove per venire incontro alle difficoltà delle famiglie legate alla crisi ed in particolare, tra l’altro, a condizioni di lunga disoccupazione, cassa integrazione o perdita del posto di lavoro. L’Amministrazione provinciale ha potuto avviare il progetto grazie anche al contributo della Fondazione Cariparma al fine di permettere nel parmense ai nuclei familiari di poter ottenere fino a cinquemila euro per abbattere i costi in una situazione di difficoltà all’interno del nucleo familiare. “D.O.T.E.” risulta essere costituito da più azioni che, in base alla natura delle difficoltà della famiglia, permettono di abbattere i costi e riuscire ad andare avanti; ad esempio con l’azione “Salvasfratti” vengono concessi alla famiglia in difficoltà contributi per il pagamento dell’affitto. Oppure c’è “Una mano in famiglia“, la misura che permette di poter andare ad abbattere, con la concessione dei contributi, le spese per le bollette, per l’acquisto di beni di prima necessità, ma anche per la retta dell’asilo nido.

Donne in maternità: lavoro e vita familiare, un binomio difficile

 Nel nostro Paese la vita non è facile per le donne che vogliono conciliare il lavoro con la famiglia, e spesso quando c’è di mezzo la nascita di un figlio le cose si complicano ancora di più. E’ emblematico il caso di Stefania Boleso, ex lavoratrice alla Red Bull in qualità di responsabile marketing; fatale è stata proprio la maternità, una delle cause principali per cui nel nostro Paese le donne lasciano o sono costrette a lasciare il posto di lavoro. Dopo dieci anni alla Red Bull, ed a seguito del taglio della sua posizione in azienda, per ottimizzare i costi, nel settembre scorso alla lavoratrice è stato tolto un ruolo che ricopriva da anni; Stefania Boleso è stata così relegata ad incarichi inferiori, lontana, anche a livello logistico, da quelle dinamiche lavorative che hanno contribuito a rendere la Red Bull la società che è diventata. E così questa storia, riportata dal Corriere della Sera, è finita con la lavoratrice che, al rientro dalla maternità, ha dovuto gettare la spugna anche a causa di insoddisfazione che ha causato, tra l’altro, una sensibile perdita di peso.

Occupazione e famiglia: lavorare come “mamma in prestito”

 Nei momenti di difficoltà l’unione fa la forza, ed ora come non mai, ai tempi della crisi, c’è bisogno non solo all’interno della famiglia, ma anche tra le persone che ci circondano, grande coesione, spirito di solidarietà, disponibilità e spesso anche grande “inventiva“. Rispetto al passato, di fronte alle difficoltà, non è più solo il padre a portare i soldi a casa, mentre la madre di occupa della famiglia. Oramai è necessario sempre di più che in famiglia entrino due stipendi, e quindi per la madre/moglie è sempre più difficile conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Ma per ogni cosa c’è quasi sempre una soluzione, e non a caso nel nostro Paese si sta diffondendo una nuova “professione“, quella della “mamma in prestito”, ovverosia una madre che, avendo già dei figli, si occupa anche di quelli di un’altra madre che lavora.

Imprenditoria femminile: 40 mila nuove imprese

 All’interno di Gazzetta del Lavoro ci siamo già occupati di donne e impresa. Torniamo a farlo perchè sembrano essere proprio le donne a risollevare l’economia italiana. Come? Con la nascita, in 6 mesi, di 40 mila nuove imprese.

Le imprese in rosa costituire circa il 30% del totale delle nuove aziende individuali che hanno aperto principalmente in Lombardia (12,8%), Campania (10,2%) Piemonte (8,7%) e Lazio (8,7%). Tuttavia il contributo femminile più forte nelle imprese risulta essere in Molise dove le imprese individuali femminili sono il 34,2% delle imprese individuali.

Purtroppo essere mamma e imprenditrice non è semplice. Secondo la Camera di commercio brianzola dopo la nascita del primo figlio, il 10,1% delle donne lombarde ha smesso di lavorare, il 25,8% ha chiesto il part-time e solo il 52,2% ha continuato a lavorare a tempo pieno.

Donna, lavoratrice e mamma: equilibrio possibile?

 La notizia è dello scorso mese di gennaio ma le indagini si sono chiuse solamente qualche giorno fa. Stiamo parlando di Catherine Bailey, 41 anni, avvocato di successo e madre di 3 bambine. La donna è morta gettandosi in una fredda sera di gennaio tra le nelle acque del Tamigi.

Prima di morire ha inviato un sms al marito

Mi dispiace, Un grande bacio. Manda tutto il mio amore alle ragazze. Tienile strette (Via|Leggo.it)

Ora, si è arrivati alla conclusione che la donna soffrisse di depressione post parto. Depressione che colpisce moltissime donne. Forse il lavoro e il dover crescere tre bambini per lei era un “peso eccessivo”.