Lavoro: i belli guadagnano di più

Daniel S. Hamermesh è un professore di economia dell’Università di Austin in Texas ed ha scritto un libro intitolato suo “Beauty pays: why attractive people are more successfull“; lui è infatti convinto che i belli nel mondo del lavoro abbiano più successo. Pare infatti che circa il 4% degli uomini e l’8% delle donne belle (che diventano rispettivamente il 17 e il 12 per cento se si tratta di una bellezza sfolgorante) facciano più facilmente carriera; chi ne risente secondo il professore sono gli uomoni che se poco affascinanti guadagnano il 13% in meno rispetto agli altri.

Ha esaminato sia uomini che donne di età compresa tra i 25 ed i 75 anni ed è giunto alla conclusione riportata sul Journal of Applied Physiology che

Chi è bello guadagna di più, indipendentemente da intelligenza e preparazione

Martina Gherardi: dall’università al mondo dei treni

Sono rimasta colpita dalla storia di Martina Gherardi, giovane molto brillante che ha accontonato la carriera universitaria per un posto di lavoro presso Ntv, la compagnia di treni ad alta velocità. Purtroppo nel nostro paese i gioavni promettenti non riescono ad emergere e sono costretti o ad andare all’estero o, come accaduto a Martina, a lasciare il mondo dell’univiersità (che è una specie di casta).

A repubblica.it racconta che al secondo anno di dottorato ha capito

che per diventare un docente universitario la strada era lunga, tortuosa e piena di attese

I lavoratori dipendenti si sentono poco sicuri

Secondo i risultati di un’indagine condotta su 800 lavoratori italiani da Panel Data, un istituto di sondaggi di Padova molti lavoratori dipendenti (il 42%) ritengono il loro impiego poco o

Lavoro: donne e giovani discriminati

Riuscire a trovare un impiego con un buono stipendio è difficile e se si è donne o giovani o si vive nel sud lo è ancora di più; si tratta di una vera e propria discriminazione emersa da una ricerca condotta da Fondoprofessioni (Fondo paritetico interprofessionale per la formazione continua dei dipendenti degli studi professionali) e dall’Università Politecnica delle Marche e presentata ad Ancona durante il Forum “Dalle pari opportunità alle opportunità di sviluppo” organizzato dal Fondo insieme a Confprofessioni. Si parla più specificatamente di discriminazione in 3 aree: genere, generazione e geografiche.

Genova: incontri di orientamento al lavoro e all’Università

Abbiamo parlato in diverse occasioni degli interessanti incontri curati dalla Città dei Mestieri di Genova; appuntamenti solitamente dedicati a tutte quelle persone che desiderano avvicinarsi al mondo del lavoro e avere maggiori informazioni riguardo una (o più) professioni.

Vogliamo quindi informarvi dei nuovi incontri organizzati nel mese di luglio e dedicati al mondo dei congressi, uno dei settori che nel nostro paese è sempre in fermento ed ai più giovani in procinto di iniziare l’Università.

Il 6 luglio dalle ore 10 alle ore 12 avrà luogo “Incontrare gli organizzatori congressuali”: un importante appuntamento in cui gli organizzatori congressuali genovesi incontreranno le persone interessate a fare un’esperienza occasionale, come hostess o addetta segreteria ma anche di di stage, come assistente o addetta relazioni pubbliche. Gli interessati potranno consegnare il proprio cv.

Discriminazioni: in aumento nel mondo del lavoro

Le discriminazioni nel mondo del lavoro sembrano essere in aumento; a far emergere questo fatto i dati contenuti nel nuovo rapporto dell’ILO (Ufficio Internazionale del Lavoro). La crisi economica che sta coinvolgendo quasi tutto il mondo ha fatto aumentare la disoccupazione e questo soprattutto all’interno di alcue categorie sociali come ad esempio i lavoratori migranti ma anche donne, omosessuali, giovani e disabili.

Uomini e donne vengono poi discriminati anche per motivi religiosi; anche per quanto riguarda la politica esistono discriminazioni e questo soprattutto avviene soprattutto nel settore pubblico.

Per De Masi servono posti di lavoro per i giovani

 I giovani che in Italia non studiano o non lavorano, i cosiddetti Neet (acronimo che sta per Not in education, employment or training) sono circa 2 milioni e sono in aumento soprattutto nella fascia di età 15-34 anni. Il sociologo Domenico De Masi grazie anche ai risultati (che saranno pubblicati a settembre) di una ricerca effettuata dall’Università “La Sapienza” di Roma dice che:

E’ urgente creare posti di lavoro, facendo anche lavorare di meno gli “anziani”

A LABITALIA spiega:

Se si considera che in Italia c’è gia una moltitutidine di pensionati ‘condannati’ a non fare niente dai 62 agli 80 anni, che è l’età a cui ora in media si muore, i due milioni di giovani nullafacenti loro malgrado si aggiungono come una massa enorme alla categoria degli inattivi

Professione medico: vi piacerebbe?

Quello del medico è senza dubbio uno dei mestieri più affascinanti e difficili. Certo la strada che si trova davanti uno studente di medicina è lunga e molto difficile fatta di sacrifici e di rinunce ma che può essere anche molto gratificante.

Molte persone sono dell’idea che se non si è figli di medici difficilmente si potrà sfondare e, purtroppo questo è abbastanza vero: le conoscenze, le amicizie in questo settore sono sempre benvolute.

No conoscenze? No lavoro!

Cerchiamo di non essere ipocriti: oggi, se non si conosce qualcuno o se non siamo “figli di” difficilmente riusciremo a ricoprire ruoli di prestigio e a nulla (o a poco) servono titoli di studio faticosamente conseguiti.

Sicilia: master gratuiti per laureati

L’Università di Palermo ha organizzato ben 25 Master gratuiti che si prefiggono come scopo quello di fornire ai giovani conoscenze importanti in quei settori che potremmo definire strategici; con un Master i giovani hanno qualche possibilità in più di entrare nel mondo del lavoro e, visto che nella maggior parte dei casi questi hanno un costo non indifferente l’opportunità offerta dall’Università di Palermo è particolarmente ghiotta. Ricordiamo comunque sia che la partecipazione ad un Master o comunque sia ad un corso post laurea non garantisce al 100% un posto di lavoro ma sicuramente rappresentano una “marcia in più”.

Carriera o maternità: le donne scelgono il lavoro

Maternità e lavoro: sembra essere questo difficile connubio un dei principali problemi del nostro paese. Sono molte le mamme che dopo la nascita del primo figlio sono costrette ad abbandonare il posto di lavoro; questo accade anche per la mancanza di strumenti di flessibilità (come part time o telelavoro) di cui le aziende potrebbero essere dotate.

Oggi però affronteremo il discorso maternità parlando di quelle donne che invece per la carriera rinunciano ad avere dei figli: pensate che secondo i risultati di un’inchiesta condotta da Adecco (azienda per la gestione delle risorse umane) su 250 lavoratrice è emerso che ben 3 su 4 sarebbero disposte a rinuncaire alla maternità per la carriera.

Etica Professionale

 Parlare di Etica Professionale ci conduce verso un campo di riflessioni di estremo interesse personale e professionale. Per molto tempo nel mondo accademico si è parlato di “filosofia morale” ma grazie all’introduzione del termine bioethics la parola l’etica si è differenziata ottenendo una sua unicità e diffusione.

L’etica non coincide infatti con la morale, con la deontologia professionale, con ciò che è giusto o sbagliato, l’etica va ben oltre questi termini, ha un suo oggetto, un suo metodo, delle finalità ben precise. La deontologia (da deon=dovere) potrebbe essere definita come un insieme di doveri che appartengono ad una certa categoria professionale, questa si riferisce alla persona unicamente rispetto al suo essere professionista.

La morale è invece un sistema di norme considerate valide da una comunità in un certo momento storico e in un certo luogo. La morale è in continuo cambiamento e risente moltissimo dell’evoluzione culturale di un paese. Rispetto alla morale l’etica potrebbe porsi come una riflessione critica sulla morale, non in senso oppositivo ma nel senso di riflessione sulla validità e accettabilità della morale stessa.