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Lavorare in Giappone – Come cercare lavoro

Anche se la crisi economica globale ha reso la ricerca del lavoro un’attività sempre più difficile per molti cittadini italiani ed europei vi sono nel mondo ancora alcune zone in cui l’economia non attraversa una fase di recessione. In modo particolare sono soprattutto l’estremo oriente e il sud – est asiatico a distinguersi per la loro crescita nell’ultimo periodo. Non è quindi un’idea sbagliata cercare lavoro in quelle zone. Una delle nazioni del mondo in cui è possibile cercare impiego è quindi il Giappone, abbastanza lontano dai confini italiani, ma che può portare nel lungo periodo ad un miglioramento delle proprie condizioni. 

Ma come si fa a trovare lavoro in Giappone? Quali sono le regole del mercato e come è possibile andare alla ricerca della propria occupazione? Sebbene si tratti di una scelta piuttosto impegnativa, pensare di trasferirsi a vivere e lavorare in Giappone non è una missione impossibile. In questa piccola guida abbiamo infatti raccolto i consigli più utili per coloro che desiderano cominciare a cercare lavoro in Giappone dall’Italia o si trovano già sul posto.

Lavorare in Giappone – Come candidarsi nella ricerca di un lavoro

Ecco cosa potrete fare.

Lavorare in Giappone – Documenti e permessi di lavoro

Lavorare in Giappone – Come cercare lavoro

Il Giappone è un paese che ancora oggi può vantare un tasso di disoccupazione molto basso, che si aggira all’incirca tra il 4,2 per cento e il 4,3 per cento. Gli stipendi giapponesi, invece, sono leggermente più bassi della media nazionale, ma comunque commisurati con il costo della vita. In Giappone gli italiani possono trovare lavoro soprattutto in due particolari settori occupazionali: quello dell’insegnamento e della cultura in genere, magari come maestri di lingua e quello turistico, soprattutto nel campo della ristorazione.

Prima di prendere in via definitiva la scelta di trasferirsi in Giappone, tuttavia, è sempre opportuno utilizzare del tempo per compiere un soggiorno preventivo. In questo modo, visitando il paese prima da turisti, riusciremo a capire se si tratta di una nazione in cui ci piacerebbe effettivamente vivere oppure no. Il periodo di prova potrebbe servire anche a saggiare le proprie capacità di adattamento alla nuova cultura.

Se si entra nel paese come turisti, inoltre, per un periodo di novanta giorni non si ha bisogno di richiedere alcun visto, grazie alla presenza di un accordo internazionale con l’Italia. si potrà poi anche pensare di prolungare la propria permanenza nel paese ma per farlo si dovrà essere in possesso un contratto di lavoro regolare.

E’ sempre l’Ambasciata ad occuparsi dei visti degli immigrati, alla quale si dovrà presentare la documentazione richiesta o, in alternativa, sarà il datore di lavoro a richiedere il visto per il proprio dipendente. A seconda del tipo di lavoro che si svolge o del tipo di contratto che si possiede si potranno richiedere anche diversi tipi di visti.

Non è necessario, però, trovare un’occupazione in loco, presentando il cv e il biglietto da visita. Si può partire dall’Italia già con il proprio contratto in tasca. Esistono diversi siti internet che offrono proposte e opportunità di lavoro per stranieri da consultare prima di partire.

 

 

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