Offerta di lavoro per collaboratori nella formazione del personale

 Per conto di una rinomata azienda altoatesina di servizi con sede a Bolzano, sono in corso le selezioni per un collaboratore nella formazione del personale. Vediamo pertanto quali sono le principali caratteristiche di tale figura professionale (necessariamente neolaureata), quali sono le mansioni che verranno svolte e in che modo sia possibile inviare la propria specifica candidatura.

Istat, 8 dirigenti cercasi

 

 

Istat, si cercano otto dirigenti da dislocarsi in vari settori, tra cui le Risorse Umane e la Contabilità.  Due, nel dettaglio, per il primo comparto, altrettanti per il secondo e, quindi, i restanti così suddivisi:

– due posti per il settore giuridico-organizzativo in funzione della statistica ufficiale;

-due per l’ambito dell’acquisizione di beni e servizi;

Attenzione che i posti verranno riservati per il cinquanta per cento a favore del personale già in servizio presso l’Istat.  Per quel che concerne il possesso dei requisiti, tra questi figurano la Laurea quinquennale o triennale che sia, specialistica o magistrale. Quindi, tra gli altri titoli, si dovrà essere già essere Dirigenti  in Enti o altro genere di istituzione pubbliche,  o comunque dipendenti della pubblica amministrazione. Con almeno cinque anni di servizio.

Il colloquio di lavoro

 Si invia il curriculum, quasi sempre via posta elettronica, o compilando online un form, e poi si aspetta una chiamata. E’ questa di norma la prassi da seguire per chi cerca lavoro ed invia, spesso a raffica, il proprio curriculum alle aziende che interessano e che sono “compatibili” con il proprio titolo di studio e con le esperienze di lavoro pregresse, a patto di averne già maturate. Come noto, non sempre si riceve una risposta, anzi! Di norma, tanto per fissare le idee, per ogni cento curriculum e lettere di motivazione inviate le risposte sono poche, molto poche anche in relazione al tempo che abbiamo speso. Analizzate le risposte, e scelte le aziende presso le quali siamo stati invitati a sostenere un colloquio, il candidato dovrà chiaramente “convincere” l’azienda a farsi assumere. In che modo?

Lavoro e malattia: telefonino e computer, attenzione allo stress

 Mal di schiena, dolori e problemi alle mani, mal di testa, nonché problemi agli occhi ed alla vista. Sono questi i disturbi più comuni di chi lavora in ufficio e passa buona parte della giornata tra l’utilizzo del personal computer e l’uso del telefonino. Al riguardo la Camera di Commercio di Milano ha effettuato un’indagine sia prendendo a riferimento i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), sia quelli del registro delle imprese unitamente alle riposte fornite da un campione di oltre cinquecento imprenditori milanesi. Ebbene, dall’indagine è emerso come siano ben 390 mila i lavoratori milanesi che, a seguito di disturbi legati allo stress da lavoro, passano dall’ufficio al medico. Come sopra accennato, è tutta colpa dell’utilizzo tanto del telefonino quanto del computer con una media di utilizzo per i lavoratori milanesi pari ad oltre 5 ore al giorno.

Che bello lavorare da Ikea

Ikea è una catena svedese che si occupa della promozione e vendita di prodotti per la casa e l’ufficio e che offre molte opportunità a livello lavorativo. Diversi sono i profili professionali ricercati per lavorare all’interno dell’azienda.

Tra questi compaiono ruoli nell’area:

  • Logistica. I ruoli prescelti si assicurano che la maggior parte dei prodotti Ikea siano immediatamente disponibili per i clienti, oppure assicurano che i prodotti si mantengano in ottime condizioni nel momento in cui vengono spostati in modo efficiente.

Stress lavoro-correlato e valutazione del rischio psicosociale

 Nel nostro Paese ci sono ben quattro milioni di lavoratori che vengono colpiti dai sintomi da stress lavoro-correlato; trattasi del 10% del totale dei lavoratori che in tutta Europa accusano tali sintomi, ma la platea è decisamente più ampia se si includono anche quei lavoratori che vedono nello stress lavoro-correlato non solo un fattore che incide sulla qualità delle prestazioni lavorative, ma anche sulla salute. Di conseguenza, la promozione della sicurezza, del benessere e della salute dei lavoratori deve diventare un fattore centrale nella gestione d’impresa e nel rapporto tra il datore di lavoro ed i suoi dipendenti/collaboratori, al punto che oramai proliferano i corsi sulla prevenzione dei sintomi da stress lavoro-correlato proposti gratuitamente o a pagamento per combattere e prevenire tali sintomi in azienda. Alla fine del mese scorso, a Roma, c’è stata la nona Conferenza dell’European Academy of Occupation Health Psycology, dalla quale è emersa, in accordo con quanto messo in risalto dall’Ispesl, l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, la necessità di adottare nel Vecchio Continente, al fine di combattere e prevenire i fenomeni di stress lavoro-correlato, una metodologia comune.

Lavoro nell’Unione Europea: 40 milioni di persone sotto stress

 Nell’Unione Europea il 50-60% delle giornate di lavoro perse sono strettamente correlate a fattori di stress; a rilevarlo è l’Ispesl, Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro, nel sottolineare come nell’Ue quasi un lavoratore su quattro, ovverosia ben 40 milioni di persone, sia colpito dallo stress correlato all’attività prestata. Al riguardo l’Istituto sottolinea come i cambiamenti strutturali del mercato del lavoro abbiano contribuito in questi anni a mettere sempre di più i lavoratori sotto pressione con la conseguente causa non solo legata alla perdita di posti di lavoro, ma anche all’assunzione di elevati costi sanitari. In merito, non a caso, si stima che il costo annuo per effetto dello stress correlato al lavoro si aggiri nell’Unione Europea sui 20 miliardi di euro, ed è frutto dei nuovi rischi lavorativi direttamente spiegabili con le nuove forme contrattuali, sempre più flessibili, ma anche con l’avvento delle nuove tecnologie e modelli di organizzazione aziendale sempre più “spinti” che spesso mandano letteralmente il lavoratore in apnea.

Auchan, offerte di lavoro a Rozzano

Auchan è un’azienda presente in Italia dal 1989 e leader della grande distribuzione con 54 ipermercati, di cui 49 a gestione diretta e 5 in franchising.

L’azienda è alla ricerca di personale a cui proporre varie opportunità di stage:

  • Acquisti e mercati. Il profilo prescelto si occuperà della gestione anagrafica prodotti, di analizzare la concorrenza e di realizzare delle strategie di promozione e assortimento Il candidato ideale è un laureando o neolaureato in materie economiche. Verranno effettuate anche brevi trasferte sul territorio. E’ previsto un rimborso spese mensile.

Occupazione femminile: bassa crescita nelle regioni meridionali

 In Italia l’occupazione femminile negli ultimi anni è aumentata, ma ciò nonostante il nostro Paese rimane agli ultimi posti in Europa; inoltre, la crescita del lavoro femminile non è omogenea su tutto il territorio nazionale, ma presenta livelli di espansione elevati al Nord e nel Centro Italia, mentre al Sud le donne continuano a fatica a trovare un’occupazione. Nel dettaglio, dal 1993 e fino allo scorso anno, l’occupazione femminile è aumentata di quasi 1,8 milioni di unità, ma per ogni dieci donne occupate solo una è una lavoratrice del Sud. A mettere in evidenza questa criticità, durante una audizione in Commissione lavoro al Senato, è stato il direttore centrale dell’Istat Linda Laura Sabbadini, a conferma di come la donna nel nostro Paese, oltre a subire spesso delle discriminazioni, risulta essere altresì svantaggiata a livello territoriale.

Tasso di occupazione femminile: al Sud crolla al 35%

 Nel Sud Italia solamente il 35% delle donne in età lavorativa è occupato. A mettere in evidenza questo dato allarmante è stato il segretario confederale della Cisl Liliana Ocmin, che ha proposto l’apertura di un tavolo promosso dal Ministero del Lavoro, in presenza di tutti i soggetti coinvolti, al fine di valorizzare il lavoro femminile. La situazione, tra l’altro, non è rosea neanche su scala nazionale: in Italia, infatti, solamente il 46% delle donne in età lavorativa è occupato, il che significa che ci sono ben sette milioni di donne che sono escluse dal mercato del lavoro in una fase congiunturale che è molto difficile, e che vede spesso il coniuge disoccupato, inoccupato o in cassa integrazione con tutto quel che ne consegue sul mantenimento di uno stile di vita familiare dignitoso. D’altronde i sette milioni di donne fuori dal mercato del lavoro non hanno di certo tutte scelto di occuparsi solamente della cura della casa; molte di queste, infatti, specie al Sud, risentono delle scarse opportunità occupazionali unitamente alle difficoltà legate al poter conciliare il lavoro con la famiglia.

Isfol: cos’è e cosa fa

 L’Isfol è l’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, istituito nel giugno del 1973 con un Decreto da parte del Presidente della Repubblica; dal 1999 è un ente pubblico di ricerca che si occupa dello sviluppo delle politiche sociali, del lavoro e della formazione professionale grazie al fatto che opera in stretta collaborazione con l’Unione Europea e tanti organismi internazionali e, in Italia, con le Regioni, le parti sociali, la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ed il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Tra le attività più importanti promosse e portate avanti attualmente dall’Isfol c’è quella dei “PON”, i Programmi operativi nazionali del Ministero del lavoro; su buona parte di questi, infatti, l’attuazione è a cura dell’Isfol attraverso i fondi strutturali per il periodo dal 2007 al 2013.

Ikea: offerte di lavoro in tutta Italia

La storia di Ikea comincia nel 1926, quando Ingvar Kamprad, originario del sud della Svezia, decise di sviluppare una sua attività, dando prova di grandi capacità imprenditoriali nel trasformare Ikea in un’azienda d’arredamento.

Negli  anni ’80 Ikea si espande in nuovi mercati, come gli Usa, l’Italia, la Francia e il Regno Unito e continua a crescere ancora oggi, espandendosi ad altri mercati, come il Giappone e la Russia. In Italia i negozi Ikea non sono molti per ora. Esiste comunque una buona distribuzione dei punti vendita al Nord e al Centro, nonostante al Sud i negozi siano ancora pochi.