I soci lavoratori nel mondo delle cooperative

 La prestazione lavorativa del socio di una cooperativa può essere configurata come rapporto di lavoro subordinato? Secondo un’interpretazione giurisprudenziale anche se esiste subordinazione tecnico funzionale del socio nei confronti della cooperativa nella fase di esecuzione della prestazione non è una condizione sufficiente per dimostrare vincolo di subordinazione (corte costituzionale n. 30 del 1996) ex art. 2094 del codice civile.

Infatti, in questo caso non esiste l’alienità dell’organizzazione e del risultato produttivo.

A questo fine, la retribuzione del socio lavoratore non è configurabile come retribuzione corrispettiva di lavoro, ma al contrario una semplice ripartizione dei ricavi sociali.

Lavorare nel non profit

 Quello del “non profit” in Italia è un settore molto importante, visto che molto spesso porta avanti, sviluppa e promuove sul territorio delle attività complementari e a volte sostitutive di quelle che offre e può offrire lo Stato. Aiutare coloro che non hanno un tetto, chi non ha da mangiare, o le persone emarginate, e promuovere progetti di solidarietà su scala nazionale ed internazionale, sono solo alcuni degli obiettivi che il mondo del “non profit” si propone, e che tra l’altro il nostro ordinamento agevola a livello fiscale con delle esenzioni e dei vantaggi rispetto a quelle realtà imprenditoriali che, invece, operano a scopo di lucro.

Lavorare nel “non profit” è molto spesso più una vocazione che un obiettivo per guadagnarsi lo stipendio; le Onlus, le cooperative sociali e le organizzazioni del volontariato riescono infatti a sostenersi, spesso a mala pena, sia attraverso delle erogazioni liberali, sia attraverso il cinque per mille dell’Irpef.