Donne: discriminate sul posto di lavoro?

Secondo voi esistono dei lavori che potremmo definire “tipicamente femminili“? Forse sì. Sono stati compiuti numerosi studi e ricerche. Noi vi vogliamo parlare in particolare di una ricerca compiuta da Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione dei Lavoratori).

Lo studio comincia prendendo in esame due diverse ipotesi. La prima, che si riferisce alla cosiddetta crowding hypothesis (ed è stata coniata da Bergmann nel 1974) afferma che sarebbero gli stessi datori di lavoro ad escludere le donne da particolari professioni , quelle maschili. Questo porta ad un affollamento delle donne lavoratrici in altre occupazioni, chiamate occupazioni femminili. L’offerta di forza lavoro femminile verso queste occupazioni aumenta con la spiacevole conseguenza della diminuzione dei salari.

Endometriosi: donne discriminate sul posto di lavoro

 Malattie e lavoro. Un capitolo molto delicato. Oggi vogliamo parlarvi di donne e endometriosi.

L’endomentriosi è una malattia cronica e complessa, originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, endometrio, in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino, provocando sanguinamenti interni, infiammazioni croniche e tessuto cicatriziale, aderenze ed infertilità. Ogni mese, sotto gli effetti degli ormoni del ciclo mestruale, il tessuto endometriale impiantato in sede anomala va incontro a sanguinamento, nello stesso modo in cui si verifica a carico dell’endometrio normalmente presente in utero. Tale sanguinamento comporta un’irritazione dei tessuti circostanti, la quale dà luogo a formazione di tessuto cicatriziale e aderenze (Via|Wikepidia)

Donne: negli USA il lavoro “in rosa” è in aumento

Abbiamo già parlato di come le donne in Italia stiano cercando di combattere questo periodo di crisi aprendo nuove aziende. Questa volta andiamo negli USA dove pare che il numero delle donne occupate stia per superare quello degli uomini, diventando così per la prima volta nella storia americana la forza lavoro maggiore. A novembre erano il 49,1% (nel dato non sono stati considerati i lavoratori impiegati nel settore agricolo).