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Nuovo contratto di apprendistato

 I cambiamenti per lavoratori e imprenditori italiani con il nuovo contratto di apprendistato. Dal Centro Studi Inaz la notizia che regolamenti e CCNL si vanno adeguando al nuovo Testo Unico in vigore dal 26 aprile, contenuto nel decreto legislativo 167/2011.

Viene, così, ridefinita la disciplina precedente e semplificata la materia, valida su tutto il territorio nazionale. Ora, infatti, l’apprendistato viene definito come “un contratto di lavoro a tempo indeterminato finalizzato alla formazione e all’occupazione dei giovani”, con l’obiettivo, quindi, puntato essenzialmente sull’occupazione dei giovani.

Con il nuovo apprendistato il datore di lavoro non solo deve corrispondere un’adeguata retribuzione, ma deve anche assicurare all’apprendista l’acquisizione di una qualifica professionale attraverso un insegnamento mirato. Con questa nuova interpretazione dell’apprendistato, alla fine del percorso di apprendimento i giovani potranno essere inseriti nel mondo del lavoro con una qualifica specifica. Il contratto di apprendistato sarà regolato in rapporto alle particolarità di ogni settore produttivo.

Naturalmente, il nuovo apprendistato avrà un impatto sul costo del lavoro: sono confermate le agevolazioni contributive già esistenti oltre all’esenzione totale ai fini dell’IRAP. Stefano Fabiano, responsabile Centro Studi e Formazione di Inaz, chiarisce:

”Il datore di lavoro è soggetto a un contributo complessivo del 10% a suo carico che comprende sia la contribuzione Inps sia la contribuzione Inail. Inoltre, la legge di stabilità 2012 prevede che i titolari di aziende fino a nove addetti fruiscano di una riduzione contributiva totale in caso di assunzione di apprendisti dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2016. La durata di questa agevolazione è triennale”.

A sua volta spiega Stefano Fabiano, responsabile Centro Studi e Formazione di Inaz:

”In questi giorni stiamo assistendo a una corsa per l’adeguamento dei contratti collettivi. Diversi comparti come artigianato, alimentari, turismo, commercio, e studi professionali hanno già concluso l’iter, altri seguiranno a breve. Lo stesso stanno facendo le Regioni: Lazio, Basilicata, Lombardia e Veneto hanno già approvato i regolamenti”.

Nuovi orizzonti, quindi, per i giovani, non più costretti, durante il periodo di apprendistato, ad un contratto di lavoro a ”formula mista”, comprensiva cioè di retribuzione e prestazione lavorativa, ma senza alcuna prospettiva di una formazione professionale. Ora possono vivere il periodo di apprendistato quale tappa basilare in un percorso di lavoro concretamente ”professionalizzante”.

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