Lavoro e salute: droga, alcolismo ed i segreti del dipendente

 Le informazioni relative al proprio stato di salute sono riservate, tutelate dalla Legge sulla privacy, e quindi non possono di certo essere diffuse da terzi senza rischiare grosso. Pur tuttavia, è chiaro che un dipendente sul posto di lavoro deve essere non solo in forma per poter rendere al meglio, ma non deve avere neanche uno stile di vita fuori dall’ufficio tale da mettere a rischio sia la propria salute, sia i destini dell’azienda con il proprio operato. L’assunzione di alcol e droga, ad esempio, può portare ad avere alla lunga seri problemi sotto tanti punti di vsita, anche da quello della salute mentale. Ebbene c’è da scommettere che siano tantissimi in Italia, e non solo, i lavoratori che assumono alcol e/o droghe ma che non si sognerebbero mai di rivelare il tutto, chiaramente per paura, al proprio datore di lavoro. A prevalere nel nostro Paese, infatti, sono spesso i pregiudizi e l’onesta intellettuale non viene mai premiata, anzi quasi sempre comporta penalizzazioni, esclusioni e discriminazioni.

Professione velina: il sogno delle laureate

Alla domanda: “Cosa vuoi fare da grande” le teenager rispondono “La velina!”. Una “professione”  molto ben pagata ed in cui la fatica è minima. Le veline si divertono e fanno divertire, ballano semi nude e fanno qualche telepromozione. In cambio? Il loro conto in banca si incrementa. Certo: devono anche essere furbe per far sì che la loro permanenza in televisione non si limiti solo al bancone di Striscia la Notizia. Qualcuna ci riesce mentre altre scompaiono.

Vogliamo rendervi partecipi dei risultati (almeno in parte sorprendenti) a cui è arrivato il il bookmaker inglese Stanleybet dopo aver intervistato 560 donne di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Il sondaggio che si è svolto nelle principali località balneari ha evidenziato come al ruolo di velina adesso aspirino anche molte ragazze laureate.

Raccomandazioni? No grazie

Secondo voi per riuscire ad ottenere un lavoro occorre sempre la cosiddetta “spintarella”? Stando a quanto contenuto in un articolo di Repubblica (che riporta i dati di un sondaggio effettuato da infojobs) sembrerebbe di no. Infatti, solo il 4% degli italiani ammette di aver ricevuto un aiuto da parte di qualcun altro per ottenere una certa posizione lavorativa. “Stranamente” però la percentuale cresce, fino ad arrivare all’82%, quando si tratta di dire se si è conosciuto qualcuno che ha trovato lavoro solo grazie a garanzie di altre persone (ovviamente siamo un popolo di gran chiacchieroni).