Home » Dati sorprendenti sulla disoccupazione nell’Unione europea nel 2025

Dati sorprendenti sulla disoccupazione nell’Unione europea nel 2025

Nel secondo trimestre del 2025, la definizione standard di disoccupazione nell’Unione europea non riesce a cogliere la reale fragilità del mercato del lavoro. A fianco dei 13,3 milioni di disoccupati ufficiali, si trova una “disoccupazione nascosta” che porta il numero totale di persone senza un’occupazione a 26,8 milioni.

disoccupazione nell’Unione europea

Nuovi dati sulla disoccupazione nell’Unione europea

Questo quadro più completo viene definito “mercato del lavoro vacante” e include tre categorie di persone: chi sarebbe disponibile a lavorare ma non cerca attivamente un impiego, chi è sottoccupato con un lavoro part-time, e chi cerca un lavoro ma non è immediatamente disponibile.

Secondo Eurostat, il tasso di fragilità del mercato del lavoro nell’UE è dell’11,7%. Questo valore è dato dalla somma dei disoccupati ufficiali (5,8%), delle persone disponibili a lavorare ma non attive nella ricerca (2,6%), dei sottoccupati (2,4%) e di chi cerca lavoro ma non è subito disponibile (0,9%). Il tasso di fragilità varia notevolmente tra i 33 Paesi europei analizzati, con valori che vanno dal 5,1% della Polonia al 25,8% della Turchia. Tra i Paesi con i tassi più alti figurano la Finlandia (19,5%), la Svezia (18,8%) e la Spagna (18,6%). La “disoccupazione nascosta” è particolarmente elevata anche in Bosnia-Erzegovina (17,1%), Francia (15,4%) e Italia (15%).

Al contrario, Polonia, Slovenia, Malta e Bulgaria registrano i tassi più bassi, tutti inferiori al 6%. Tra le principali economie dell’UE, la Germania si distingue con il tasso più basso (7,8%), mentre Francia, Italia e Spagna si attestano al di sopra del 15%. Dorothea Schmidt-Klau, esperta dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), individua quattro fattori chiave che spiegano le differenze tra i vari Paesi. In primis troviamo la disoccupazione cronica e scoraggiamento.

Si tratta di periodi prolungati di disoccupazione che possono far perdere la fiducia nel sistema di ricerca del lavoro, portando le persone a smettere di cercare un impiego anche se ne sarebbero in grado e disposte. Da non sottovalutare poi i sistemi di supporto insufficienti. Si parla di mancanza di assistenza per la famiglia o norme sociali restrittive che possono limitare la partecipazione alla forza lavoro, spiegando in parte il divario tra i Paesi del Nord e del Sud Europa.

Altro aspetto da prendere in considerazione è la mancanza di posti di lavoro di alta qualità. Infatti qui, il più delle volte, mancano offerte di lavoro che corrispondano alle aspettative e alle competenze di chi cerca un’occupazione, un problema che può portare alla rassegnazione. Infine c’è anche l’inadeguatezza delle competenze. In alcuni casi, le competenze acquisite con la formazione e lo studio non sono allineate con le richieste del mercato del lavoro, causando frustrazione e la perdita di speranza.

La categoria di persone disponibili a lavorare ma non in cerca di impiego rappresenta il secondo maggior gruppo del mercato del lavoro vacante dopo i disoccupati ufficiali, con un’incidenza che varia dallo 0,3% in Cechia al 12,3% in Turchia. Il tasso di sottoccupazione a tempo parziale incide in modo significativo nei Paesi Bassi (5,1%), Finlandia (4,8%) e Irlanda (4,7%). La disoccupazione ufficiale rappresenta circa un terzo della fragilità totale in Paesi come Paesi Bassi, Turchia, Irlanda e Svizzera, evidenziando l’importanza di considerare i dati sulla fragilità per avere un quadro completo del mercato del lavoro.

Lascia un commento