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Cosa sappiamo sul taglio dei posti di lavoro di Amazon a novembre 2025

Ci sono considerazioni da fare a proposito del taglio dei posti di lavoro di Amazon a novembre 2025. Amazon si appresta ad attuare una nuova e significativa ondata di licenziamenti che, secondo fonti vicine al dossier, potrebbe interessare fino a 30.000 posti di lavoro. Questi tagli, previsti a partire da martedì 28 ottobre, rappresenterebbero la riduzione di personale più consistente dai massicci licenziamenti eseguiti tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, quando furono complessivamente licenziati oltre 27.000 dipendenti.

I reparti colpiti e il contesto aziendale

I licenziamenti pianificati coinvolgeranno diversi reparti fondamentali dell’azienda, tra cui logistica, pagamenti, videogiochi e cloud computing. Questa manovra rientra nella strategia dell’Amministratore Delegato Andy Jassy volta a ridurre i costi e aumentare l’efficienza dopo la rapida e a tratti disordinata espansione della forza lavoro avvenuta durante la pandemia di COVID-19. Sebbene Amazon abbia rifiutato di commentare ufficialmente, il contesto generale è teso.

Automazione e preoccupazioni dei dipendenti

Un fattore chiave che sta guidando questa strategia è la crescente adozione dell’Intelligenza Artificiale (AI). Già a giugno, Jassy aveva segnalato che la forza lavoro di Amazon sarebbe probabilmente diminuita man mano che l’azienda intensifica l’uso dell’AI per automatizzare compiti precedentemente eseguiti da persone.

L’indicazione di Jassy, che in riunioni interne ha spesso sottolineato la necessità di una maggiore automazione e ha definito alcune aree aziendali come “poco efficienti” a seguito della frenesia di assunzioni pandemica, ha generato panico e incertezza tra i dipendenti. Molti lavoratori hanno cercato notizie anonimamente online, dove le informazioni sui potenziali tagli spesso trapelano in modo frammentario.

L’ordine di trasferimento per i dipendenti aziendali

Oltre ai tagli diretti, la società fondata da Jeff Bezos ha adottato un’altra misura per centralizzare le sue operazioni: l’ordine di trasferimento obbligatorio per alcuni dipendenti aziendali.

Ai lavoratori interessati è stato chiesto di spostarsi in prossimità dei principali centri decisionali del gruppo, come Seattle, Arlington (Virginia) e Washington DC. In molti casi, tale direttiva ha imposto ai dipendenti di trasferirsi da un capo all’altro del Paese. Questa mossa è percepita come un ulteriore tentativo di consolidare le operazioni e aumentare l’efficienza interna, parallelamente alla riduzione del personale.

I tagli imminenti sono un chiaro segnale che Amazon sta continuando il suo sforzo di snellimento e ottimizzazione post-pandemico, con un occhio sempre più attento all’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nei suoi processi operativi. Insomma, non un bel momento dal punto di vista occupazionale, alla luce di un numero non indifferente di posti di lavoro di Amazon destinati a saltare.

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