Riforma Fornero poco efficace

 A giusta distanza temporale, possiamo finalmente sbilanciarci e definire come sostanzialmente poco efficace la Riforma Fornero, almeno per quanto concerne l’incentivo all’assunzione dei giovani. Stando a quanto emerge dall’Osservatorio permanente sulla riforma del mercato del lavoro, promosso in collaborazione con Gi Group e OD&M Consulting, infatti, per più del 50 per cento delle aziende la riforma non avrebbe contribuito all’inserimento dei meno anziani nel mercato del lavoro.

Prepensionamento esodati

 Con il messaggio n. 13052 / 2012, l’Inps è intervenuta ancora una volta in materia di esodati, precisando che gli stessi andranno in pensione con 40 anni di lavoro. A costoro, in altri termini, non si applica la speranza di vita, poiché l’unico requisito di pensione sarà rappresentato dai 40 anni di contributi previsti dalla riforma del ministro Fornero e, pertanto, dalla nuova disciplina. Cerchiamo quindi di comprendere quali saranno i cambiamenti apportati dalla disciplina particolare sugli esodati, nei confronti di un platea fin troppo ampia.

Comunicazione obbligatoria lavoro a chiamata

 Si chiama job on call ma, qui in Italia, è sempre meglio chiamarlo “lavoro a chiamata”. Un’etichetta che permette di individuare in maniera univoca una modalità di gestione lavorativa sempre più diffusa, e sempre più in grado di rispondere alle esigenze di flessibilità organizzativa del datore di lavoro. Ma cosa cambia con le nuove regole che sono state introdotte con la riforma del lavoro sul job on call?

Il Ministro Fornero chiarisce l’equivoco sull’articolo 18

 Il ministro del Lavoro e delle Pari Opportunità Elsa Fornero ha voluto spegnere i fuochi sollevati negli scorsi giorni circa la possibilità di porre mano all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, quella norma che discipplina il licenziamento per sola giusta causa. “Non ho nulla in mente a proposito dell’articolo 18, lo voglio ribadire” – ha affermato il ministro a Porta a Porta – “chiedo però che si parli di lavoro guardando ai problemi”.

Una vicenda, quella della possibile riforma dell’articolo 18, che va pertanto ad arricchirsi di un ulteriore tassello. Le iniziali aperture di revisione della norma avevano infatti incontrato la dura opposizione da parte delle parti sindacali, tanto da far dichiarare alla Fornero di essere rimasta “dolorosamente colpita” dalle reazioni di Cgil, Cisl e Uil, sigle per l’occasione nuovamente riunite sotto un unico ombrello.