Lavorare da casa: attenzione alla destinazione d’uso

 Lavorare da casa, utilizzando l’appartamento da residenza privata come studio professionale, potrebbe essere abbastanza pericoloso se la trasformazione non viene dichiarata correttamente. Lo spunto per approfondire tale aspetto normativo ci è offerto da una recente sentenza da parte del Tar del Lazio (2832/12) secondo cui le opere realizzate senza il permesso di costruire, tali da modificare sostanzialmente la destinazione d’uso dell’immobile, possono essere demolite.

La pronuncia del tribunale amministrativo regionale si riferisce a una recente vicenda accaduta a Roma, dove il proprietario dell’appartamento contrae un accordo di affitto con un nuovo inquilino, una società, indicando come oggetto di locazione quella “ad uso studio professionale”. Di qui i lavori sull’appartamento, con smantellamento della cucina per far spazio a scrivanie e impianti elettrici, e conseguente accertamento da parte della polizia municipale, con evidenza del fatto che i proprietari non posseggono l’idoneo titolo edilizio.

Lavorare da casa nel commercio e nel turismo

 Quello di lavorare da casa è un sogno che coltivano moltissimi italiani. Non ci si deve spostare la mattina per andare al lavoro, magari facendo lunghe file ai caselli e spendendo a fine mese qualche centinaio di euro di benzina. Ma il lavoro da casa oltre che rimanere spesso solo un sogno rischia di tramutarsi anche in una truffa. Non mancano infatti su Internet gli annunci riguardanti lavori da casa che promettono alti guadagni a fronte magari dell’acquisto di una sorta di kit per iniziare a lavorare. I casi più frequenti relativi a queste truffe hanno riguardato e riguardano tuttora quei lavori per i quali si chiede al lavoratore da casa di imbustare materiale pubblicitario o effettuare attività similari. Insomma, c’è da fare molta ma molta attenzione altrimenti si rischiano delusioni e si spendono soldi inutilmente. Di sicuro molti lavori da casa seri non prevedono un fisso, ragion per cui tutto è legato sia alle proprie motivazioni, sia alle proprie capacità di credere in se stessi ed in quello che si vuole fare. A fronte di questo svantaggio molto spesso per lavorare da casa ci sono ditte che non chiedono uno specifico titolo di studio, ragion per cui in teoria basterebbe anche la sola terza media.

Vita da freelance: come organizzare la giornata

Sempre prendendo spunto dall’inserito contenuto all’interno di Donna Moderna vediamo come chi lavora da freelance dovrebbe organizzare la giornata.

1) Anzitutto è fondamentale stilare una sorta di planning dettagliato: infatti senza orari da rispettare si corre il rischio di perdersi in cose inutili. Come rispettare le scadenze? Scrivendo su un foglio tutto quello che va fatto entro la fine dell’orario e spuntare le varie voci mano a mano che vengono concluse
2) Programmare i momenti di recupero: fare in modo quindi che il lavoro non vada ad invadere ogni attimo della giornata. Igor Graziato, psicologo del lavoro a Torino a questo proposito dice

come si programmano le ore di lavoro, si devono prevedere anche quelle destinate allo svago e alla famiglia che vanno rispettate al pari delle prime

3) Assecondare i ritmi: come sappiamo, sebbene appena sveglie la mente si fresca e riposata non è detto che si riesc a dare il meglio proprio in questa parte della giornata