Come diventare gestore di una società all’estero

La crisi economica ha spinto molte persone a cercare strade alternative alla difficile situazione lavorativa presente in Italia. Oltre alla possibilità di trovare lavoro all’ estero vi è anche quella di riaprire una azienda all’ estero e diventare imprenditore al di fuori dei confini nazionali. Ma cosa serve per aprire una società all’ estero? Quali sono tuttavia le conseguenze di questa scelta? Cosa bisogna considerare? Quali sono i suoi vantaggi?

Novità regolamento società tra professionisti

 Le indicazioni del Consiglio di stato apportano qualche novità sull’approccio regolamentare sulle società tra professionisti. In particolare, vengono introdotti regimi di incompatibilità e requisiti di onorabilità più chiari per i soci di capitali che faranno parte delle future società tra professionisti, oltre all’applicazione di un sistema di responsabilità più esplicito per quelle società che svolgono più di una attività professionale (ovvero, le cosiddette società multidisciplinari).

Società professionali, le nuove regole

 Introdotte da uno degli ultimi provvedimento dell’esecutivo Monti, le società professionali (cioè, la forma giuridica che dovrebbe consentire una migliore tutela e sviluppo delle attività dei liberi professionisti – avvocati, ecc.), apportano alcune importanti novità al panorama societario italiano. Cerchiamo di vedere i principali punti elementari in maggior dettaglio.

Innanzitutto, è prevista la possibilità di aprire la società tra professionisti anche a capitale “esterno”, intendendo per tale quello rappresentato da soci non professionali. È tuttavia essenziale che i soci professionisti prevalgano numericamente e per la partecipazione di capitale, contando per almeno due terzi nel voto dell’assemblea. Nel consiglio di amministrazione, invece, non sono riservate alcune quote ai soci professionisti e, pertanto, potranno essere amministratori delle società professionali sia i soci professionisti che gli altri, definiti quali “soci di capitali”.

La Partita Iva: cos’ è e a cosa serve

Se desiderate intraprendere un’attività di lavoro di tipo autonomo dovrete immediatamente richidere la Partita Iva.

Cos’è la Partita Iva?

Si tratta di un codice che serve ad identificare in maniera univoca il contribuente (persona fisica oppure società) ed è composto da 11 numeri: i primi 7 servono ad identificare lo specifico contribuente, i successivi 3 numeri servono ad identificare il Codice dell’Ufficio delle Entrate e l’ultimo ha un carattere di controllo.

Reddito medio italiani? 18000 euro

Oggi vogliamo fornirvi qualche cifra. Dalle dichiarazione dei redditi degli italiani del 2007 (l’anno d’imposta è quindi il 2006) emerge che il reddito medio è di 18.324 euro (in aumento del 5,7%).

Un contribuente su tre ha dichiarato meno di 10000 euro. I più ricchi d’Italia, quelli che dichiarano più di 100.000 euro sono lo 0,9%. E quelli che non dichiarano?