Come diventare tassista a Milano

Non è facile trovare lavoro in questo periodo di crisi, ma qualcosa è possibile fare, anche ad esempio inventarsi un lavoro. Una delle possibilità a portata delle persone che vogliono cercare un lavoro è quella di diventare tassista, magari in una grande città dive questo servizio è molto richiesto, come Milano. I tassisti offrono anche a Milano la possibilità a molte persone di raggiungere senza intoppi la propria meta. Anche in giornate di grande traffico, di scioperi, di blocchi causa inquinamento e così via. Per una grande città come la capitale del nord, il servizio offerto dai tassisti è un servizio essenziale. 

Come diventare tassista

 Oggi vogliamo parlare di un lavoro che rappresenta un servizio fondamentale per molte città. Se infatti i taxi e i loro conducenti, i tassisti, sono il simbolo indiscusso delle grandi metropoli americane, con New York in prima fila, anche nelle nostre città questo servizio è diventato per molti versi indispensabile. Fino a qualche decennio fa i taxi in Italia non erano così diffusi, ma oggi quello del tassista è diventato un mestiere abbastanza comune, persino con un peso sociale non indifferente. Sicuramente molti di voi ricordano i diversi blocchi organizzati dai tassisti negli anni passati. Bastano infatti poche ore di fermo per questi indispensabili conducenti che il traffico di una grande città può subito andare in tilt. 

Matteo Alvaro: un ricercatore che fa il tassista

Sono certa che di storie come quella che sto per raccontarvi ce ne saranno molte altre soprattutto in un paese come il nostro che non aiuta i giovani; Matteo Alvaro ha 28 anni, vive Milano e da pochi giorni fa il tassista. Fin qui direte voi “Niente di strano”. No ma colpisce il passato di questo giovane diplomato all’istituto tecnico di Pavia mi sono laureato in Geologia:

Fin da piccolo sognavo di fare il geologo: così, dopo essermi diplomato all’istituto tecnico di Pavia mi sono laureato in Geologia. Poi ho vinto una borsa di studio per il dottorato e ho continuato a lavorare all’università. A un convegno ho conosciuto Ross J. Angel, il numero uno nel campo della cristallografia e, grazie anche all’aiuto dei miei professori, ho potuto anticipare il dottorato e partire per un ruolo di postdoc (l’equivalente del nostro posto di ricercatore) alla Virginia Tech

Ha avuto modo di scegliere tra due contratti, uno più breve ed uno un po’ più lungo; si è pentito di aver optato per la prima soluzione …. scelta quasi forzata dovuta ad una persona alla quale era legato e con cui nel frattempo è finita; quando la crisi economica ha iniziato a farsi sentire anche negli USA, prima della scadenza del contratto il suo prof gli ha consigliato di cercarsi un altro posto di lavoro.

I colleghi di Pavia con cui ho mantenuto i rapporti, mi hanno suggerito di rientrare. Devo ringraziare il dipartimento che si è sempre adoperato per non farmi restare senza un minimo di sussidio economico. Ma in Italia le retribuzioni per chi lavora in ricerca sono molto più basse rispetto a quelle americane».

Un postdoc guadagna mediamente 40 mila dollari all’anno e può arrivare anche a 80/100 mila. «In Italia, invece, lo stipendio credo sia intorno ai 1.400 euro al mese. Esattamente non lo so ancora, visto che devo aspettare il concorso per entrare in servizio

Avete letto a quanto ammonterebbe la differenza di stipendio per la stessa mansione?