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L’8 ottobre la CGIL ferma la scuola

La CGIL ha così deciso di scendere di nuovo in piazza coinvolgendo direttamente i lavoratori del mondo della scuola e quella della pubblica amministrazione manifestando il proprio dissenso verso una politica che non tiene conto dei lavoratori ma, anzi, tende a contrapporre i lavoratori del settore pubblico e quello del segmento privato.

La CGIL ricorda che il futuro del Paese risiede nei servizi pubblici di qualità: dalla scuola, all’università, alla ricerca, alla sanità, alla sicurezza, ai trasporti. Per i promotori dell’iniziativa il governo continua ad accanirsi contro il lavoro pubblico, contro le pubbliche amministrazioni, contro il sistema della conoscenza e i servizi pubblici.

Secondo alcune cifre diffuse dalla FP e FLC CGIL, nel 2011 sono stati tagliati 200milioni alla giustizia; 400milioni verranno tagliati all’università nel 2012; 20miliardi per le agevolazioni fiscali ed assistenziali; nel 2014 i finanziamenti per il settore pubblico si ridurranno di 60miliardi di euro.

Per Fulvio Fammoni, Segretario Confederale CGIL, i tagli alla pubblica amministrazione significano

più tasse per i cittadini, meno servizi per tutti e soprattutto per i più deboli, ulteriore depressione per l’economia del paese, poichè gli enti locali sono tra i principali investitori italiani

Per Domenica Pantaleo, il Segretario Generale FLC CGIL,

I lavoratori della conoscenza saranno l’8 ottobre in piazza per rivendicare l’orgoglio di essere lavoratori pubblici e rivendicare il ruolo determinante che hanno nel garantire al Paese servizi di qualità, un welfare che assicuri i diritti di cittadinanza, e nel garantire attraverso la formazione un futuro alle nuove generazioni

L’obiettivo della CGIL è anche quello di arrivare ad un rinnovo delle RSU nel pubblico impiego e di definire una piattaforma rivendicativa che miri a rinnovare il contratto collettivo di lavoro e di uno integrativo di lavoro.

Non solo, l’iniziativa della CGIL mira anche a mettere in evidenza le storture e una ricetta inaccettabile. In effetti, per Rossana Dettori, Segretaria Generale dell’Fp-Cgil, commenta così  l’annuncio da parte del Governo greco di 30mila licenziamenti nella pubblica amministrazione.

La vicenda greca dovrebbe essere un monito per il nostro Paese, perché ci fa capire come l’attacco ai servizi e al lavoro pubblico non produca altro che rallentamento della crescita e tensioni sociali. Le soluzioni imposte dalla cosiddetta troika, questo mostro a tre teste composto da Fmi, Bce e Ue, altro non sono che le vecchie ricette neoliberiste, le stesse che hanno trascinato il pianeta nella crisi odierna: liberalizzazioni del mercato del lavoro, privatizzazioni dei servizi, riduzione dello spazio pubblico, attacco ai diritti dei lavoratori della pubblica amministrazione e al loro salario

Per la CGIL occorre rivedere profondamente l’intero sistema perché è inaccettabile colpire il welfare per salvare la speculazione.

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