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Collegato lavoro e i certificati di malattia

La Pubblica Amministrazione sta cambiando registro ed elimina il certificato medico di malattia cartaceo nel pubblico impiego.

Le disposizioni contenute all’interno del collegato lavoro prevedono che, secondo quanto stabilisce l’articolo 25, i certificati di malattia dovranno essere inviati attraverso un meccanismo di trasmissione telematica in carico alle strutture sanitarie (medici).

Infatti, il maggiore istituto previdenziale italiano, Inps, dal 1° gennaio 2010 trasmette in via telematica al datore di lavoro pubblico l’attestazione medica che ha ricevuto dal medico di base o dalla struttura sanitaria. Ora, per quanto stabilisce il decreto 165/2001 e modificato dalla legge 150/2009, entro luglio sarà obbligatorio, da parte dei medici, inviare per via telematica i certificati per le assenze da malattia nella pubblica amministrazione.

In questo modo si applicando le medesime regole tecniche vigenti per il settore privato.

Il nuovo sistema prevede l’invio da parte del medico del certificato all’Inps e, successivamente, a cura dell’istituto previdenziale saranno inviati al datore di lavoro solo la parte attestante la copertura dei giorni senza mettere in evidenza la prognosi indicata.

Per questa ragione il lavoratore non dovrà più inviare entro due giorni dall’inizio della malattia il certificato all’amministrazione competente e potrà, sottolineo però l’importanza della ricevuta, richiedere al medico copia cartacea del certificato stesso.

Alcuni ritengono che, in alternativa, il lavoratore potrà farsi inviare integralmente l’attestazione di malattia direttamente sulla propria casella e-mail. Attenzione, un invio e una ricezione del genere non ha nessun valore legale se non si utilizza la posta certificata.

Il nuovo sistema non è, nelle intenzioni, facilmente applicabile perché prevede il rilascio di una copia cartacea sia dell’attestato del certificato, sia del certificato di malattia al dipendente stesso (copia “telematica”): una situazione abbastanza delicata perché presuppone, in caso di visita domiciliare, la presenza di una stampante e di una connessione sicura per l’invio, in modalità elettronica, delle attestazioni.

Attendiamo ulteriori normative e indicazioni che possono dare maggiori informazioni sul procedimento da seguire.

Le norme prevede anche un sistema sanzionatorio nei confronti dei sanitari inottemperanti. Si parte dal licenziamento per i sanitari dipendenti dalla Aziende Sanitarie Locali e la decadenza dalla convenzione in essere per coloro che operano come privati.

Le amministrazioni che dal 19 luglio continueranno a ricevere i certificati medici in forma cartacea dovranno darne informazione entro 48 ore alla ASL di riferimento che interverrà per sanzionare i medici inadempienti: sanzioni non derogabili dalle contrattazioni sindacali.

Una grande novità è rappresentata dall’estensione anche al settore privato delle disposizioni previste dall’art. 55 – septies del decreto n. 165/2001 come introdotto dal decreto n. 150/2009: i medici non convenzionati possono certificare la prima assenza inferiore ai 10 giorni, mentre per le altre sarà necessario rivolgersi ai medici convenzionati o alle strutture pubbliche.

In ogni caso il nuovo sistema non elimina gli obblighi in carico al lavoratore. Così, il lavoratore, pubblico o privato, dovrà comunicare sempre al proprio datore di lavoro la propria assenza e l’indirizzo di reperibilità (a questo punto a che serve un invio telematico, e quindi in tempo reale, della comunicazione formale?).

1 commento su “Collegato lavoro e i certificati di malattia”

  1. Salvè!Attualmente sono in malatia per un intervento al piede destro,il dottore mi ha raccomandato 1 mese si mutua.
    Vorrei chiedere se per tutto il periodo della malatia devo stare a casa oppure cè un metodo di communicare al INPS eventuale cambio d’indirizzo per un paio di giorni????
    la ringrazio di cuore!!!
    laura

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