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Fabbrica Italia, la FIOM ottiene il pieno riconoscimento a Pomigliano

Avevamo già dato evidenza della recente sentenza del Tribunale di Torino che aveva legittimato l’accordo separato firmato allo stabilimento di Pomigliano e, allo stesso tempo, ha richiamato la Fiat di Sergio Marchionne a non tenere un comportamento antisindacale riconoscendo alla Fiom la possibilità di svolgere liberamente le attività sindacali fino alla costituzione delle Rsa interne allo stabilimento.

Landini, segretario della FIOM, ha confermato la presenza della componente metalmeccanica della CGIL dichiarandosi a fianco dei lavoratori

pronta a sostenere tutti i lavoratori di Pomigliano che vogliono difendere i loro diritti aprendo cause individuali

In effetti, la FIOM ha ribadito la sua volontà a sostenere i singoli lavoratori per violazione della normativa sui trasferimenti d’azienda disciplinati dall’art.2112 del codice civile

E’ una azione che metteremo in campo, per aiutare chi vuole mantenere il contratto. Il sindacato vuole tutelare i lavoratori costretti dal Lingotto a dimettersi, rinunciando ai loro diritti

La sentenza di Torino autorizza, riconoscendo la legittimità dell’accordo, anche il meccanismo del passaggio tra la vecchia società Fiat Group alla “newco”: passaggio che richiede le dimissioni del lavoratore che poi verrebbe riassunto con le condizioni contrattuali stabilite dall’accordo non firmato dalla Fiom.

La FIOM è di diverso avviso perché, secondo le argomentazioni del sindacato di categoria,  questo meccanismo aggirerebbe le norme sul mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d’azienda fissate dall’articolo 2112 del codice civile.

Intanto la Direzione aziendale ha fatto sapere, attraverso un portavoce, che

ritenia­mo necessario procedere a un accurato esame del provvedimento per valutare l’impatto della decisione del giudice sulla praticabilità del piano di investi­mento annunciato

Un piano di investimento stimato di 1,7 mi­liardi di euro: un miliardo a Mirafiori e 700 milioni alla ex Berto­ne anche se poi i lavori di riorganizzazione delle linee per avviare le nuove produzioni (i suv Alfa e Jeep a Mirafiori, la Maserati a Grugliasco) non sono ancora partiti.

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