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La manovra e la riduzione della spese della politica

La recente manovra messa a punto dal Ministro Tremonti ha voluto dare segnali positivi al Paese al fine di stimolare un dibattito serio e articolato sul ruolo della Politica nella vita di tutti i giorni e, in particolare, sulla condivisione delle responsabilità del contenimento della spesa pubblica per cercare di evitare fraintendimenti e ridare collante alle Istituzioni.

A riguardo, la manovra definita da Tremonti intende dare una stretta a diversi privilegi e benefit; in effetti, si tende a limitare l’uso delle auto di servizio, le cosiddette auto blu, imponendo il limite dei 1600 cc con l’unica eccezione sulle auto in dotazione al Capo dello Stato, ai Presidenti del Senato, della Camera e della Corte costituzionale, al Presidente del Consiglio e le auto blindate adibite ai servizi istituzionali di pubblica sicurezza.

Il provvedimento precisa che le auto ad oggi in servizio possono essere utilizzate solo fino alla loro dismissione o rottamazione e non possono essere sostituite.

Stessa considerazione per gli aerei blu tanto che i voli di Stato devono essere limitati al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio, al Presidente della Corte costituzionale.

La norma intende anche porre un freno ai diversi benefit con l’unica eccezione del Presidente della Repubblica.

In effetti, dopo la cessazione dall’ufficio, non possono essere utilizzati immobili pubblici, anche ad uso abitativo, né destinato personale pubblico, né messi a disposizione mezzi di trasporto o apparati di comunicazione e di informazione appartenenti ad organi o enti pubblici o da questi comunque finanziati.

A questo provvedimento sono coinvolti i titolari di qualsiasi incarico o carica pubblica, elettiva o conseguita per nomina, anche negli organi costituzionali e di rilevanza costituzionale, ivi compresi quelli indicati nell’articolo 121 della Costituzione.

Non solo, dal 2012 entra in gioco anche l’Election Day, ovvero la possibilità di cumulare le consultazioni elettorali in un’unica data nell’arco dell’anno: chi non ricorda la recente consultazione referendaria non legate alle tornate amministrative? Sono coinvolte in questo provvedimento le  consultazioni elettorali per le elezioni dei sindaci, dei presidenti delle province e delle regioni, dei consigli comunali, provinciali e regionali, del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati.

In realtà, il piano di Tremonti non è proprio credibile perché non intacca i veri problemi del Paese: un recente studio della UIL rileva che

se le Province si limitassero a spendere risorse, soltanto per i compiti stabiliti per legge, il risparmio sarebbe quantificabile in un miliardo e duecento milioni di euro all’anno

Non solo, la centrale sindacale ha anche puntato il dito sui comuni

se si accorpassero gli oltre 7.400 Comuni al di sotto dei 15 mila abitanti, il risparmio ammonterebbe a tre miliardi e duecento milioni

E invece…

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