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Manovra 2011, la nuova stretta sulle pensioni

… e ci risiamo, o meglio: non ne avevamo dubbi. Il senatore Azzollini ci ha riprovato presentando un emendamento che prevede lo slittamento delle finestre di uscita dei lavoratori con 40 anni di contributi; in effetti, chi non matura i requisiti per il pensionamento entro il 31 dicembre 2011 dovranno aspettare un mese in più per uscire dal lavoro, oltre alla finestra mobile dei 12 mesi per i lavoratori dipendenti. Il prolungamento per il 2013 sarà di due mesi e nel 2014 passerà ai tre mesi.

Il blocco della rivalutazione delle pensioni ci sarà per quelle più alte, da 5 a 8 volte il trattamento minimo, mentre per quelle più basse, ovvero fino a 5 volte il minimo, resterebbero in vigore le attuali norme. In effetti, in base al decreto sale dal 45 al 70% l’indice di indicizzazione delle pensioni medie con la piena indicizzazione inferiori a quella soglia e l’azzeramento per quelle superiori a cinque volte il minimo.

Non solo, si anticipa al 2013 l’aspettativa di vita in luogo del 2014 come inizialmente previsto: dal 2013 i requisiti verranno incrementati di 3 mesi in quanto si assorbe l’incremento della speranza di vita registrato nel triennio precedente risultante superiore (4 mesi). Per i successivi adeguamenti triennali dal 2016 la stima di tali adeguamenti incrementativi triennali è pari a 4 mesi fino a circa il 2030 con successivi adeguamenti inferiori e attorno ai tre mesi fino al 2050 circa.

Potrebbe anche essere inserita nella manovra il taglio del 15% delle agevolazioni fiscali: una misura che garantirebbe il reperimento delle risorse mancanti al decreto legge, pari a 14,7 miliardi, per il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2014.

Torna in auge anche il contributo di solidarietà delle pensioni d’oro, sembra però una misura tipicamente demagogica che serve a far vedere che i sacrifici toccano tutti. Per le pensioni che superano i 90 mila euro si prevede un contributo pari al 5% sulla quota eccedente questa cifra, mentre per quelle superiori ai 150 mila il contributo sale al 10% sempre sulla quota eccedente.

Il ticket sulla sanità entrerà in vigore da subito: 10 euro sulle ricette mediche e 25 per gli interventi del pronto soccorso in codice bianco.

Per il PD, in particolare per Cesare Damiano, il provvedimento del governo è iniquo e che in un articolo su l’Unità ha ribadito la sua personale posizione e quella dell’intero partito

Nonostante le promesse di Sacconi, che a più riprese ha giurato che non si sarebbe toccata la spesa pensionistica e che adesso si dice disponibile a considerare alcune richieste dei sindacati, in questi anni l’esecutivo ha usato la mano pesante sulla previdenza.[…] il taglio del 45 per cento della rivalutazione delle pensioni da tre a cinque volte il minimo, che non colpisce quelle più ricche, ma operai e impiegati che percepiscono assegni mensili oscillanti tra i 1050 e i 1800 euro netti e che già da anni sono penalizzati da un adeguamento solo parziale rispetto all’andamento del costo reale della vita. Alle pensioni nel complesso le casse dello Stato sottrarranno, nel prossimo biennio, circa un miliardo di euro. Un provvedimento non proprio all’insegna dell’equità, che ha il sapore di una vendetta sociale nei confronti di chi ha trascorso, in fabbrica o in ufficio, una dura vita di lavoro ed è arrivato al traguardo dopo aver pagato 35-40 anni di contributi.

… E pensare che volevano ridurre le tasse…

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