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Dal Ministero del Lavoro il Rapporto sulle politiche contro la povertà e l’esclusione sociale

 È stato presentato lo scorso giovedì 26 luglio 2012 nei locali del CNEL il Rapporto sulle politiche contro la povertà e l’esclusione sociale relativo agli anni 2011-2012.

Il Ministero informa che il Rapporto è il risultato del lavoro della Commissione di indagine sull’Esclusione sociale (CIES) e raccoglie i materiali di ricerca e i dati relativi alla stima della povertà in Italia negli anni della crisi insieme alle politiche di contrasto alla povertà ed esclusione sociale nell’ambito europeo e in quello nazionale.

Stando al Rapporto si apprende che nell’Unione Europea più di 80 milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà e di questi più del 50% sono donne e il 25% sono bambini. Secondo lo studio, i giovani, gli immigrati e i lavoratori poco qualificati sono categorie minacciate dall’aggravarsi della disoccupazione, mentre i lavoratori cosiddetti poveri, ossia quelli che non riescono a guadagnare un salario sufficiente per il loro sostentamento quotidiano, insieme agli anziani e le famiglie con un reddito ridotto non possono nemmeno pensare di reggere ad un confronto rientrando tra le categorie più deboli.

Il Rapporto esamina in modo approfondito anche il nostro Paese. In particolare, oltre a presentare un quadro generale della povertà e dell’esclusione sociale, si tenta di introdurre, e di relazionare, i dati sul fenomeno della povertà in gruppi di persone e famiglie considerate a rischio.

Il condizionamento territoriale non viene nemmeno trascurato; infatti, l’ambiente sociale interagisce notevolmente con le caratteristiche delle famiglie nel determinare le situazioni di disagio.

Ricordiamo che i gruppi di persone considerate a rischio di povertà sono i disoccupati, precari, disabili, anziani soli ed immigrati, famiglie con un solo genitore e con figli minori, o le famiglie numerose.

Pare anche opportuno ricordare che il paragrafo 2.5 del Rapporto esamina anche la situazione delle persone senza dimora, anche se i dati non sono così veritieri vista la difficoltà a censire il fenomeno.

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