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Illustrato il monitoraggio della legge 104/92

L’indagine effettuata dal Formez in collaborazione con Cittadinanzattiva e associazioni a tutela della disabilità (F.A.N.D., FISH, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) ha inteso aprire un momento di riflessione sull’utilizzo effettivo di questi benefici, oltre a raccogliere elementi per verificarne l’efficacia nel favorire il miglioramento della qualità della vita e l’inclusione sociale delle persone disabili, così come indicato nei principi guida della legge n.104/1992.

Il Ministro Renato Brunetta ha illustrato, il 20 ottobre 2009, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Vidoni il lavoro svolto.

Secondo le rilevazioni il 9% dei dipendenti pubblici usufruisce dei permessi mensili, mentre nel settore privato la media e’ inferiore all’1,5%.

Dal campione monitorato risultano ben 2.439.985 giornate di permesso fruite nel 2008. Il numero dei dipendenti e dei giorni di permesso risulta in aumento progressivo sin dal 2006 di oltre il 10% l’anno e con un’ulteriore crescita di circa il 20% nel 2009.

I permessi mensili sono utilizzati nel 50% dei casi per l’assistenza ai genitori disabili, percentuale che scende al 10% nel caso di assistenza ai figli o ad altri parenti. In tutti i comparti sono le donne ad utilizzare principalmente i benefici previsti dalla legge (il 67% rispetto al totale dei dipendenti).

La presenza femminile aumenta ulteriormente tra i dipendenti che assistono i familiari disabili.

Nel 2009 vengono superati i 5,5 milioni di giornate di permesso, con un aumento del 20% sull’anno precedente: di queste giornate l’85% dei giorni di permesso è chiesto per assistere un familiare.

Solo il 10% del totale dei permessi concerne l’assistenza a figli disabili e quella al coniuge, mentre nella grande maggioranza dei casi i permessi sono richiesti per assistenza a genitori anziani.

Un 15-20% riguarda assistenza ad altri parenti e affini sino al 3° grado.

L’indagine ha rilevato che l’innalzamento dell’età media e la possibilità di prendere il permesso per un parente anziano non convivente spingono il fenomeno a una crescita progressiva che potrebbe arrivare a raddoppiare tale onere entro pochi anni, producendo effetti distorsivi sul funzionamento della Pubblica Amministrazione e successivamente anche nell’impresa privata.

Il Ministro Brunetta ha rilevato che

Questo allargamento rischia di far perdere la finalizzazione all’assistenza per la disabilità e diventare un diritto del parente o affine, più che del disabile stesso. Con una razionalizzazione delle norme, con maggiori controlli sull’utilizzo e limitando qualche abuso, saremo in grado di ridurre di almeno un 30% tale onere liberando centinaia di milioni di euro l’anno per assistenza più finalizzata alle esigenze dei disabili stessi.

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