Lavoro a chiamata: nuove regole applicative, approfondimenti

 Il Ministero del Lavoro con la nota n. 16639 del 26 novembre 2012 e l’Inail con la circolare n. 64 del 27 novembre 2012 hanno comunicato le nuove regole introdotte dalla Riforma Fornero per la disciplina della comunicazione preventiva della chiamata, precisando anche le modalità, le tutele e i compensi del lavoro a chiamata.

Lavoro a chiamata: i tempi, le tutele e i compensi

 Regole nuove per il lavoro a chiamata: il datore di lavoro deve effettuare la chiamata con un preavviso non inferiore ad un giorno lavorativo e in più riprese in tutto il periodo del rapporto di lavoro se il lavoratore, per contratto, è obbligato a rispondere alla chiamata. In questo caso il lavoratore ha diritto all’indennità mensile di disponibilità per tutto il periodo della disponibilità.

Lavoro a chiamata modalità

 Il lavoro a chiamata è stato uno dei macro temi a subire le maggiori revisioni da parte della riforma Fornero. Tra gli aspetti più significativamente modificati, la possibilità di ampliare i canali di comunicazione preventiva per l’avvio del rapporto di lavoro a chiamata, inglobando anche gli ultimi ritrovati della tecnologia e della telematica. Cerchiamo allora di fare chiarezza sui canali di comunicazione utilizzabili dal datore di lavoro per effettuare la trasmissione dei dati necessari alle istituzioni competenti per tale materia.

Assunzioni a chiamata senza incentivi

 La riforma del lavoro 2012, legge n. 92/2012, voluta dal governo Monti insieme al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero ha ottenuto un parere sfavorevole dai consulenti del lavoro. In effetti, il bollino giallo ottenuto dalla riforma presenta i suoi aspetti più controversi nell’applivabilità e nelle disposizioni sul contratto a chiamata; infatti, per i consulenti del lavoro, i nuovi vincoli imposti ai datori di lavoro provocheranno una riduzione delle assunzioni.

Comunicazione obbligatoria lavoro a chiamata

 Si chiama job on call ma, qui in Italia, è sempre meglio chiamarlo “lavoro a chiamata”. Un’etichetta che permette di individuare in maniera univoca una modalità di gestione lavorativa sempre più diffusa, e sempre più in grado di rispondere alle esigenze di flessibilità organizzativa del datore di lavoro. Ma cosa cambia con le nuove regole che sono state introdotte con la riforma del lavoro sul job on call?

E’boom di lavoratori a chiamata

Per la prima volta l’Istat ha diffuso i dati relativi alla domanda di lavoro a chiamata o job on call delle imprese italiane dal 2006 al 2009 ed a quanto pare c’è stato un vero e proprio boom.

Cos’è il job on call? E’una particolare tipologia di contratto rivolta principalmente a quelle aziende che in certi periodi dell’anno si trovano ad avere a che fare con un’impennata di lavoro e quindi alla necessità di personale. Questo tipo di contratto è stato introdotto nel 2003 con la Riforma Biagi.