Le ondate di calore estive stanno diventando una minaccia sempre più pressante per la salute, la sicurezza e la produttività dei lavoratori, specialmente in settori che richiedono mansioni all’aperto o in ambienti con temperature elevate. In diverse regioni italiane, sono state introdotte ordinanze specifiche per limitare le attività lavorative nelle ore più calde, nel tentativo di proteggere i lavoratori dallo stress termico. In Toscana, ad esempio, il periodo di allerta si estende fino al 31 agosto 2025.

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Previsioni sulle ondate di calore estive in corso
Per i giorni classificati con un alto livello di rischio stress termico sulla mappa Worklimate, è vietato lavorare all’aperto o svolgere mansioni che espongono il corpo ad alte temperature tra le 12:30 e le 16:00. Ritroviamo una normativa simile anche nel Lazio. Qui, il divieto di lavorare in condizioni di esposizione prolungata al sole nelle stesse ore (12:30-16:00) è già in vigore con effetto immediato e si protrarrà fino al 31 agosto 2025, applicandosi specificamente nei giorni da “bollino rosso”.
Continuando su questa scia anche Umbria, Puglia, Calabria e Sicilia hanno seguito l’esempio, allineando le loro ordinanze alle allerte fornite dal sistema nazionale Worklimate. Queste ordinanze si basano su mappe del calore che classificano il rischio per i lavoratori in base all’intensità dell’attività fisica. Ad esempio, la mappa del caldo per le 12:00 di lunedì 30 giugno è un chiaro indicatore delle aree più a rischio per i lavoratori che svolgono attività fisica intensa.
Per comprendere meglio le categorie di rischio, è utile distinguere tra attività fisica moderata e intensa. Nel primo caso sono incluse mansioni che comportano uno sforzo fisico sostenuto, ma non estremo. Gli esempi pratici sono il lavoro con mani e braccia (es. martellare chiodi, limare); il lavoro che coinvolge braccia e gambe (es. guida di veicoli pesanti, trattori o macchine da costruzione); le attività che richiedono l’uso di braccia e tronco (es. lavoro con martello pneumatico, intonacare, movimentazione intermittente di materiale di peso moderato, sarchiare, zappare, raccogliere frutta o verdura); spingere o tirare carrelli leggeri o carriole; camminare a velocità comprese tra 3,5 e 5,5 km/h; posa di mattoni o montaggio di veicoli.
Per quanto concerne invece la categoria di attività fisica intensa, qui rientrano i lavori che richiedono un notevole sforzo fisico e possono aumentare significativamente il rischio di stress da calore. Si parla del lavoro intenso con braccia e tronco, incluso il trasporto di materiale pesante; attività che richiedono l’uso di asce o pale per spalare o scavare a ritmo sostenuto; lavorare con martelli pesanti; segare, piallare o scalpellare legno duro; falciatura a mano o scavo intenso; camminare ad una velocità tra 5,5 e 7,0 km/h.; spingere o tirare carrelli e carriole con carichi pesanti; disporre blocchi di cemento ed infine salita ripetuta di scale a gradini o a pioli. È fondamentale che le aziende e i dipendenti siano consapevoli dei rischi e delle normative vigenti per prevenire incidenti legati al caldo.