Una baby sitter “au pair”

La settimana scorsa vi abbiamo parlato del lavoro all’estero. Questa volta, vogliamo parlarvi di una di quelle professioni maggiormente richieste da chi desidera imparare una lingua straniera senza gravare economicamente sulle spalle della propria famiglia.

Stiamo parlando di quelle ragazze o ragazzi (va detto che si tratta di una professione scelta soprattutto dal sesso femminile) che decidono di lavorare come baby sitter in una famiglia che le ospita. Esistono un po’ in tutti i paesi agenzie specializzate per il collocamento.

Vediamo i principali requisiti richiesti:

– età compresa tra i 18 e i 30 anni (in alcuni casi il limite massimo è di 26 – 27 anni)
– buona conoscenza della lingua del paese in cui si è deciso di soggiornare
– preferibilmente non fumatori
– meglio se celibi/nubili e senza figli
– disponibilità che può variare da paese a paese ma che in genere va dai 2 ai 12 mesi. Per periodi brevi le maggiori richieste provengono dalla Gran Bretagna e dall’Irlanda.

In cambio di vitto, alloggio e di una piccola retribuzione (chiamata “pocket money“) la ragazza (o il ragazzo) alla pari si occuperà dei bambini e delle piccole faccende domestich.

Esistono diverse tipologie di contratto:

– au pair: 5 ore di lavoro giornaliere e un giorno libero
– demi pair: 3 ore di lavoro giornaliere e un giorno libero
– au pair plus: 40 ore di lavoro settimanali

Il compenso varia a seconda del tipo di contratto. All’incirca oscilla fra i 100 e i 300 euro al mese.

L’au pair ha diritto di frequentare un corso di lingua (in orari serali e/o pomeridiani). Se ne può occupare direttamente l’agenzia o la famiglia ospitante (le spese solitamente sono a carico dell’au pair salvo diversi accordi). Deve inoltre avere la possibilità di partecipare alle funzioni della propria religione.

Alla ragazza alla pari non potrà essere richiesto di svolgeere compiti pesanti.

Alcuni link utili che abbiamo trovato:

– iapa
– wep-italia
– worldtravellers.
– romaaupair
– au pair international