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Borse di studio: Emilia-Romagna, criteri e requisiti

 A valere sull’anno scolastico 2010-2011, in Emilia-Romagna l’Amministrazione regionale ha definito sia i criteri, sia i requisiti per la concessione delle borse di studio; i beneficiari sono gli studenti che frequentano sul territorio emiliano-romagnolo le scuole secondarie di secondo grado a patto di presentare la domanda entro e non oltre la data del 15 marzo 2011. L’accesso alla borsa di studio, in particolare, a fronte del regolare completamento dell’anno scolastico di riferimento, non è legata al requisito di merito, ma a quello di reddito della famiglia di appartenenza dello studente; nel dettaglio, occorre che, riferito all’anno 2009, l’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) non superi la soglia dei 10.632,94 euro. Rispettato tale requisito, lo studente può ottenere, previa presentazione della domanda, la borsa di studio; pur tuttavia, per i più meritevoli scatta un bonus, una maggiorazione pari al 25% a patto d’aver ottenuto nell’anno scolastico precedentemente frequentato una media pari almeno a quella del sette.

Ai fini dell’assegnazione delle borse di studio, spetta alle Province predisporre i relativi Bandi di accesso unitamente ai requisiti e modalità di richiesta, ed a tutte le indicazioni utili sia per reperire la modulistica, sia per ottenere la certificazione attestante l’indicatore economico della situazione equivalente (Isee) che è fondamentale, come sopra descritto, ai fini dell’ottenimento delle borse stesse da parte dello studente della scuola secondaria di secondo grado. I criteri, con delibera numero 107 dello scorso 31 gennaio del 2011, sono comunque già reperibili e visionabili collegandosi al sito Internet della Regione Emilia-Romagna.

I criteri ed i requisiti di concessione, assegnazione ed erogazione delle borse di studio in Emilia-Romagna riflettono la volontà dell’Amministrazione regionale di dare priorità agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado che appartengono a nuclei familiari a basso reddito. Questo al fine di contrastare il fenomeno della dispersione e dell’abbandono scolastico e, quindi, permettere ai giovani di poter andare a completare la scuola dell’obbligo.

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