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Come diventare biotecnologo alimentare

Sono sempre più numerose oggi le professioni che si possono intraprendere nel campo della scienza e della tecnologia. Un campo di ricerca che oggi offre numerose prospettive di inserimento per i più giovani è quello delle biotecnologie. La biotecnologia è la scienza che mette le conoscenze biotecnologiche al servizio del progresso scientifico, occupandosi di sviluppare nuovi prodotti tecnologici e nuovi processi produttivi per il settore industriale, per il settore sanitario, per quello agroalimentare o quello tecnologico.


Nel settore delle biotecnologie gli addetti utilizzano le conoscenze derivanti da diverse discipline scientifiche per ottenere nuovi risultati. Queste conoscenze possono provenire dal campo delle scienze biologiche, da quello dell’ ingegneria, dalla chimica, dalla fisica e così via. In modo particolare i risultati dell’ applicazione delle biotecnologie investono campi specifici come il settore molecolare, quello delle scienze biomediche e quello della chimica industriale.

Il compito di un biotecnologo alimentare è quello di migliorare i processi produttivi nel settore agricolo e in quello alimentare.Nel settore produttivo o in quello alimentare poi i prodotti possono essere commercializzati al fine di fornire una alternativa di qualità.

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Ma come è possibile diventare biotecnologo alimentare? Esiste un percorso specifico in Italia per abbracciare questa professione e quali sono le caratteristiche personali che bisogna possedere? In questa piccola guida abbiamo raccolto tutte le informazioni più utili al fine di riuscire ad avere successo in questa professione.

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Come diventare biotecnologo alimentare

In Italia il percorso per diventare biotecnologo alimentare è abbastanza definito anche se non ha ancora ricevuto una convalida ufficiale da parte del mondo del lavoro. Il biotecnologo alimentare è il professionista che si occupa di innovare le tecniche e i processi produttivi nel campo dell’ agricoltura o in quello alimentazione al fine di migliorare la qualità dei prodotti stessi.

Per questo motivo è requisito essenziale per svolgere questa professione possedere una solida cultura in campo biologico, fisico e chimico, che solo l’università può conferire. Dovrà conoscere in maniera approfondita le metodologie della ricerca scientifica per applicarle nel suo lavoro quotidiano, ma anche tutte le tecniche di laboratorio, che saranno utili a fini di ricerca. Sarà poi utile avere una ottima conoscenza in campo informatico, in modo da poter utilizzare le sofisticate apparecchiature richieste per il suo lavoro.

Il biotecnologo alimentare dovrà inoltre conoscere in maniera approfondita le normative di settore e le questioni etiche connesse con le applicazioni biotecnologiche. Stando a questi requisiti richiesti, per coloro che vogliono intraprendere la professione è necessario conseguire una laurea specialistica in biotecnologie agrarie o in biotecnologie industriali, un corso di laurea della durata minima di cinque anni.

 

Diverse sono le competenze richieste a questa figura del mondo professionale. Le principali riguardano la chimica organica e inorganica, la biologia, la microbiologia, la fisica, la zootecnia, la biologia molecolare, la fisiologia vegetale e così via.

La figura del biotecnologo alimentare è oggi tutelata anche dalla presenza di un albo professionale creato dall’ Associazione Nazionale dei Biotecnologie italiani, ANBI. Al momento tuttavia in Italia non esiste alcuna legislazione specifica che disciplini la professione.

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