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il DL Sviluppo e lo stop del governo

 L’osservazione più dura arriva dal segretario generale confederale della CISL, Raffaele Bonanni,

La decisione del Consiglio dei ministri di rinviare e di svuotare delle risorse i provvedimenti per lo sviluppo, predisposti dal ministro Passera, rappresenta un fatto di assoluta gravità e l’ennesimo passo falso del Governo

In questo modo il segretario generale Cisl, Raffaele Bonanni, recapita i suoi commenti in merito allo slittamento dell’esame del dl da parte del Cdm.

Con un lungo lavoro preparatorio il ministro Passera aveva positivamente predisposto provvedimenti per dare impulso agli investimenti in settori cruciali per la nostra economia quali la ricerca, l’energia, l’edilizia e in generale per dare disponibilità economica al sistema delle imprese da finalizzare allo sviluppo

Raffaele Bonanni è fortemente critico tanto da osservare sulla vera volontà del governo Monti: sembra che il Governo ha ridimensionato questo progetto, di fatto annullandone le potenzialità e ancora una volta sono emerse due linee diverse nel governo.

La risposta del Governo Monti al problema degli esodati

La Cisl chiede con urgenza che questi provvedimenti, rafforzati dal confronto e dalla condivisione con le parti sociali, vengano rapidamente riproposti e finanziati dal Governo.

È stata una lunga riunione, quella tra Mario Monti, Corrado Passera e Vittorio Grilli, durata almeno un’ora, mentre gli altri ministri aspettavano che iniziasse il Consiglio. Poi la decisione: rinviare il decreto sviluppo, e neanche a domani, come sembrava in un primo momento, ma anche oltre.

Le ultime novità del governo Monti sulla manovra economica

E intorno al provvedimento annunciato da Passera si consuma lo scontro più violento all’interno del governo dall’insediamento: il primo stop al decreto è arrivato dal viceministro all’Economia Vittorio Grilli per bocca della Ragioneria Generale dello Stato, troppo costoso, non ci sono le coperture, e se si dovrà approvare. Passera dovrà rinunciare a parecchie misure: il raddoppio a un milione del tetto per le compensazioni tra debiti e crediti, il maxi-incentivo per le imprese che investono in ricerca.

Il secondo stop sarebbe invece arrivato con la decisione che avrebbe preso il sottosegretario Antonio Catricalà.

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