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Generazione 1000 euro? Sì, no, macchè!

 Impossibile non ricordarsi il film uscito qualche mese fa “Generazione 1000 euro” e sebbene ci siano state diverse polemiche ha evidenziato in maniera più o meno chiara quello che quotidianamente si vive nel nostro paese. Brillanti laureati assunti con contratto a tempo determinato, senza possibilità di carriera, per 1000 euro al mese.  Ci sono (fortunatamente) casi in cui lo stipendio è più alto ma anche casi in cui arriva a 800 euro al mese. In questo caso diventa praticamente impossibile riuscire a pagare le bollette, l’affitto, le rate della macchina etc…. E poi arrivano persone che, probabilmente non avendo altro da fare, si inventano che noi giovani italiani saremmo “dei bamboccioni“.  Ma come si può pensare di andare via di casa e mettere su famiglia con uno stipendio così basso? Già: mi piacerebbe vedere qualcuno in politica con uno stipendio del genere e vedere cosa farebbe. E il precariato intanto dilaga inesorabilmente.

Si assiste, ed anche in questo caso non si sta facendo praticamente niente, alla fuga dei cervelli. Giovani che lasciano l’Italia per andare all’estero dove forse avranno maggiori possibilità di ottenere qualche gratificazione.

Nn è finita qui. Accanto a stipendi inferiori a qualsiasi tipo di aspettativa le aziende richiedono ai giovani una sempre più crescente specializzazione. Specializzazione che spesso si traduce in master e corsi dai costi altissimi. Purtroppo non sempre ad una maggiore conoscenza di un settore specifico corrisponde un equo trattamento economico.

Parlando proprio di corsi  ci viene un po’da sorridere (anche se ci sarebbe da piangere) quando navigando nel web troviamo corsi per diventare hostess congressuale e promoter nei centri commerciali alla modica cifra di euro 2000. Sì, avete capito bene: 2000 euro per imparare a sorridere e a comunicare. Ricordiamo che in questo caso si tratta di lavori assolutamente temporanei e spendere cifre così alte per un lavoro di questo tipo è a dir poco assurdo.

Non dimentichiamoci poi dei corsi finanziati dall’UE e che sebbene dal titolo sembrano promoettere “mari e monti”, alla fine si rivelano una chimera, uno specchietto per le allodole.

Il nostro nuovo slogan. Italia: il paese in cui si studia fino a 40 anni per non ottenere un bel niente. Proviamo però ad essere ottimisti e speriamo che le cose cambino in breve tempo.

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