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Misure per l’occupazione, le richieste delle parti sociali

Il problema non è solo l’occupazione giovanile ma è anche necessario definire misure in grado di dare risposte incisive per dare sostegno alle donne, agli over 50 e al reimpiego dei lavoratori in cassa integrazione e ai disoccupati passando per la valorizzazione degli istituti esistenti con altre tipologie di lavoro flessibile, armonizzando costi e tutele.

Insieme alla valorizzazione del contratto a tempo indeterminato devono essere incentivate le tipologie contrattuali che promuovano il lavoro stabile quali l’uso del contratto di apprendistato professionalizzante come canale ingresso al lavoro per i giovani e il contratto di inserimento per il reimpiego dei lavoratori in disoccupazione, per l’occupazione femminile nelle aree ad alta disoccupazione e per gli over 50: da incentivi sul piano fiscale fino ad arrivare a quelli contributivi.

Occorre anche favorire il part-time per la conciliazione tra lavoro e famiglia, e anche per governare fasi di crisi comprendendo i part-time lunghi/brevi e il rilancio della contrattazione di secondo livello.

Le parti sociali chiedono anche un rafforzamento del credito di imposta per incentivare l’occupazione nel Mezzogiorno. Le centrali sindacali – CGIL, Cisl e Uil – chiedono la trasformazione dei contratti di lavoro – quali lavoro a progetto, associati in partecipazione, false partite iva, tirocini – in forme stabili.

Dopo un periodo di divisione, le organizzazioni sindacali si ritrovano uniti per proporre al governo Monti, e al Ministro Fornero, misure in grado di semplificare il lavoro flessibili con la parificazione dei costi contrattuali e contributivi rispetto.

In particolare, per il contratto a tempo determinato si chiede una maggiore semplificazione riguardo alla durata, salvo il caso del lavoro stagionale, e ad un tetto fissato dai Contratto collettivo di lavoro, mentre occorre limitare il ricorso al lavoro accessorio, voucher, attraverso la riduzione delle tipologie dei committenti e dei prestatori, fissare un riferimento al compenso orario, prevedendo che tali compensi siano utili, nel caso di cittadini stranieri, al raggiungimento del reddito minimo necessario per l’ottenimento del rinnovo del permesso di soggiorno.

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