Mondo del lavoro e apparenza

La nostra è una società basata (probabilmente troppo) sull’apparenza e se non si corrisponde a determinati canoni si corre il rischio anche di essere tagliati fuori dal mercato del lavoro; un mondo in cui sempre più di rado si è valutati in base alle competenze tecniche.

Crisi? Io voglio una promozione

Crisi? Io voglio una promozione” Titolo provocatorio? Può darsi. Ma è innegabile che tutti noi (chi più chi meno) sia ambizioso e desideri sempre qualcosa di più soprattutto da un punto di vista lavorativo. Certo: la situazione economica mondiale non è idilliaca ma possiamo lo stesso provare a chiedere un aumento oppure una promozione al nostro datore di lavoro.

Facciamo un passo indietro. Lo spunto per questo post mi è venuto leggendo un articolo all’interno del mensile “Glamour” a cura della giornalista Chiara Oltolini. A quanto pare nei periodi di crisi le aziende piuttosto che cercare all’esterno preferiscono affidarsi a persone che già conoscono e con le quali si è instaurato un rapporto di fiducia. All’interno le parole di Luigi Ballerini, psicanalista e autore del manuale “120 giorni che ti cambiano la vita” (edito da Rizzoli) che riferendosi proprio alle risorse interne dice

Costano meno e sono già formate. Due regole base che valgono sempre: verificate che la posizione scoperta sia alla vostra portata

I sindacati

Se fino a qualche tempo fa il lavoratore veniva visto solamente come un soggetto passivo nel mondo del lavoro e dotato solamente di diritti adesso, fortunatamente, non è più così. Il lavoratore ha infatti un ruolo attivo ed ha doveri ma anche diritti.

Proprio per difendere i diritti dei lavoratori sorsero intorno alla fine del XVIII secolo le prime forme di associazione dei lavoratori meglio conosciuti ai giorni nostri col nome di sindacati. Ricordiamo comunque sia che così come esistono sindacati che si occupano dei lavoratori ne esistono anche che si occupano degli interessi dei datori di lavoro. Rivestono un ruolo delicato e molto importante.