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Crisi? Io voglio una promozione

Crisi? Io voglio una promozione” Titolo provocatorio? Può darsi. Ma è innegabile che tutti noi (chi più chi meno) sia ambizioso e desideri sempre qualcosa di più soprattutto da un punto di vista lavorativo. Certo: la situazione economica mondiale non è idilliaca ma possiamo lo stesso provare a chiedere un aumento oppure una promozione al nostro datore di lavoro.

Facciamo un passo indietro. Lo spunto per questo post mi è venuto leggendo un articolo all’interno del mensile “Glamour” a cura della giornalista Chiara Oltolini. A quanto pare nei periodi di crisi le aziende piuttosto che cercare all’esterno preferiscono affidarsi a persone che già conoscono e con le quali si è instaurato un rapporto di fiducia. All’interno le parole di Luigi Ballerini, psicanalista e autore del manuale “120 giorni che ti cambiano la vita” (edito da Rizzoli) che riferendosi proprio alle risorse interne dice

Costano meno e sono già formate. Due regole base che valgono sempre: verificate che la posizione scoperta sia alla vostra portata

A queste parole seguono poi quelle di Luisa Adani, consulente di carriera

Mettete in luce come vi siete mossi in questi ultimi mesi e la vostra capacità di analisi della situazione. Fategli capire (al capo, ndr) che, sì, volete crescere, ma soprattutto che volete dare dare un contributo all’azienda dimostrerete così un forte senso di appartenenza e di fedeltà, oggi molto apprezzati

La consulente aggiunge anche di evitare di chiedere, almeno per il momento, un aumento.

Qualche tempo fa ho letto all’interno di un forum le lamentele e le idee di una ragazza. Secondo lei chi entra in un’azienda come segretaria non avrà mai possibilità di carriera. Non è sempre così. Bisogna prendere in considerazioni diverse variabili come ad esempio le dimensioni dell’azienda e le capacità della segretaria. Non si tratta solo di ambizione ma anche di impegno profuso. Purtroppo non tutte le aziende ne tengono conto lasciando che i dipendenti si stanchino e magari volino verso altri luoghi.

Un dipendente è qualcuno (come appunto ricordava lo psicanalista Luigi Ballerini) già formato che conosce (o quanto meno dovrebbe) le dinamiche interne dell’azienda e se si è dimostrato sempre fedele e coerente potrebbe ambire anche a salire di grado.

Certo è che un dipendente sempre triste a lungo andare possa anche diventare un peso per l’azienda. Quindi visto che “Chiedere è lecito e rispondere cortesia“, fossi in voi se sapessi che in azienda c’è una qualche posizione scoperta proverei a farmi avanti. Non nascondiamoci mai dietro a timori e paure infondate. Cercate solo di essere realmente consapevoli delle vostre capacità e dei vostri limiti.

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