Regolarizzazione lavoro nero modello di autocertificazione

 Il lavoro in nero può essere regolarizzato attraverso la sanatoria anche se non c’è caratteristica di clandestinità dello straniero. In altri termini, il beneficio attualmente previsto dal d. lgs. 16 luglio 2012, n. 109, può riguardare anche solo per regolarizzare un rapporto di lavoro sommerso con un cittadino immigrato, che risulti regolarmente soggiornante in Italia. Cerchiamo allora di comprendere in che modo effettuare tale regolarizzazione, e quale sia il modello di autocertificazione da utilizzare per attestare l’emersione di lavoratori stranieri ai fini fiscali.

Dall’Inail la situazione degli infortuno nel 2011

 Sono decisamente calati gli infortuni sul lavoro in Italia visto che, almeno in base alle indicazioni offerte dall’Inail, gli infortuni sono stati pari a 725.174 casi, ossia una diminuzione del 6.6% in termini percentuali, e 920 infortuni mortali che rappresentano una diminuzione pari al 5,4% rispetto all’anno precedente.

Lavoratori irregolari – dati Bankitalia

 Secondo quanto afferma la Relazione annuale di Bankitalia, i lavoratori irregolari nel 2010 avrebbero toccato quota 2,96 milioni di unità, sfiorando la soglia psicologica dei 3 milioni. Se si guarda alle persone (senza considerare i doppi lavori compresi nelle unità di lavoro), il numero scende invece a quota 2,55 milioni di persone, pari al 10,3 per cento della forza lavoro totale. Le aree dove è più forte il lavoro sommerso sono quelle dell’agricoltura, dove un quarto è in nero, i servizi (13,5%); il fenomeno è certamente più contenuto nell’industria (6,6%).

Negli ultimi anni, prosegue Bankitalia, il dato sulle unità di lavoro irregolari è rimasto sostanzialmente invariato, sebbene l’incidenza percentuale sul totale dell’occupazione sia cresciuta a causa della minore rilevanza degli occupati. Le unità di lavoro irregolari sono pertanto passate da 2,94 milioni del 2009 a 2,96 milioni del 2010, con un’incidenza balzata dal precedente 12,1 per cento all’attuale 12,3 per cento.

Allungare la durata del permesso di soggiorno, le nuove richieste del sindacato

 Per le tre centrali sindacali è necessario approvare l’allungamento della durata permessi di soggiorno per attesa occupazione perchè una misura di questo tipo può essere un valido aiuto per contrastre il sommerso e per favorire l’emersione del lavoro nero. L’articolo 58 del Disegno di legge di Riforma del Mercato del Lavoro, in discussione alle Commissioni del Senato, aumenta la durata del permesso di soggiorno per attesa occupazione da 6 mesi ad un anno, ne lega la durata anche ai periodi di fruizione del sostegno al reddito, anche superiori ad un anno ai fini del rinnovo: ecco cosa fanno sapere i Segretari Confederali di CGIL, CISL e UIL  Vera Lamonica, Liliana Ocmin e Guglielmo Loy.

Regolarizzare lavoratori in nero

 Denunciando spontaneamente i lavoratori in nero si conseguono diversi benefici, come l’esenzione della “maxisanzione” comminata in caso di ispezione. Ma non solo: la denuncia spontanea potrà essere effettuata con la sola C.O. (comunicazione obbligatoria) effettuata entro le 24 ore del giorno antecedente all’accesso ispettivo, escludendo in tal modo il provvedimento sanzionatorio, di misura variabile tra i 1.500 euro e i 12 mila euro per ogni lavoratore irregolare, oltre a spese accessorie.

A ricordare quanto sopra è stata una nota del ministero del lavoro, protocollata 5509/2012, secondo cui la denuncia spontanea sarebbe, sostanzialmente, la misura più semplice per evitare l’attribuzione della c.d. maxisanzione, predisposta per cercare di contrastare il lavoro nero e “l’impiego di lavoratori in assenza di comunicazione preventiva di instaurazione del rapporto di lavoro”.

Nuove leggi contrasto al lavoro in nero

 Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato uno schema di decreto legislativo finalizzato a incentivare gli strumenti di contrasto al lavoro in nero, aumentando le pene e le sanzioni per i datori di lavoro che assumono irregolarmente dei migranti. In particolare, a risultare particolarmente colpite sarebbero le situazioni di “particolare sfruttamento” degli stranieri, a una maggiore tutela delle condizioni lavorative di questi ultimi, e dell’intero mercato italiano dell’occupazione.

Ma non solo. Stando a quanto si evince dal documento, se l’irregolare denuncia l’imprenditore che lo sfrutta e collabora con l’autorità giudiziaria, l’immigrato può ottenere un permesso di soggiorno a fini umanitari, della durata di sei mesi, e rinnovabile per un anno. In questo modo lo straniero potrebbe regolarizzare la propria posizione, cercando in maniera legittima un’occupazione che possa garantirgli la stabilità della permanenza in Italia.