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Tasse lavoro, cuneo fiscale italiano più alto della media Ocse

Secondo quanto affermato dagli economisti dell’Ocse, il cuneo fiscale italiano sarebbe ben più elevato della media internazionale. In altri termini, la pressione fiscale sulle imprese, in merito ai contributi previdenziali sui lavoratori, e le imposte sui salari, sarebbe troppo elevata, e scoraggerebbe così le imprese dall’assumere nuovo personale, specialmente appartenente alle fasce d’età occupazionale più giovani, pur qualificate.

I numeri offerti dall’Ocse lasciano d’altronde ben poco spazio all’interpretazione: il cuneo fiscale che le imprese italiane (e, indirettamente, i loro lavoratori) devono sopportare è pari al 46,9%, contro una media Ocse pari al 34,9%. Dodici punti percentuali in più, che tradotti in termini concreti, e di progetti e di speranze occupazionali, creano un divario straordinariamente eccessivo tra le aziende italiane e le colleghe estere.

Ma come invertire la tendenza? È ancora l’Ocse che ci offre una serie di bozze per le riforme strutturali sul fisco e il mondo del lavoro. Secondo l’Organizzazione, infatti, sarebbe necessario poter fornire un incentivo a lavorare nei confronti di tutte le persone ma, soprattutto, verso tre gruppi che tendono ad essere piuttosto svantaggiate sul panorama occupazionale, come dimostra la loro sottorappresentazione negli organigrammi aziendali.

Urgono in merito riforme importanti nei confronti dei c.d. lavoratori a basso reddito, rappresentati soprattutto dai giovani al primo impiego, o dai dipendenti a bassa qualificazione; dei percettori di un secondo reddito familiare (cioè, le donne, o i dipendenti assunti con contratto part time); dei lavoratori più anziani.

Rimane ora da capire come, gli inviti dell’Ocse e di altre parti interessate direttamente al mondo del lavoro italiano (Confindustria, parti sindacali, & co.), possano o meno essere tradotti in concreti provvedimenti. Il clima di eccessiva incertezza politico – governativa non fa altro che inasprire le speranze di una ripresa del comparto, rinviando a data da destinarsi la ripartenza del motore lavorativo italiano.

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