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Contributi imprese per chi assume giovani under 25

L’idea ci trova d’accordo, poiché la disoccupazione giovanile è, al giorno d’oggi, uno dei più gravi mali della società italiana, e un’iniziativa di erogazione di sovvenzioni alle imprese che desiderino incrementare i propri organigrammi con l’inserimento di personale under 25 potrebbe essere una delle leve da attivare per cercare di invertire la triste rotta che ha intrapreso il nostrano mercato del lavoro.

La proposta arriva da uno dei più noti imprenditori italiani, il presidente di Geox, Mario Moretti Polegato, secondo cui, ai fini di cui sopra, “occorre avere un’esenzione dei contributi per gli imprenditori che assumono i giovani tra i 20 e i 25 anni”. Una proposta avanzata durante una recente conferenza stampa di presentazione del report “Le famiglie italiane e la crisi. Valori, consumi e progetti”, condotta dalla Eurisko per conto di Famiglia Cristiana e di Centromarca.

Polegato ha definito l’attuale scenario come “un momento di tensione internazionale”- ribadendo poi come a tale situazione – “si aggiungono le problematiche interne italiane”. Quindi, la soluzione: “occorre puntare sull’occupazione giovanile”.

Per quanto invece riguarda il fenomeno della delocalizzazione, Polegato ha avuto modo di sottolineare come “è una scelta del mercato e non dell’imprenditore. Dobbiamo seguire il mercato e questo non significa solo produrre a basso prezzo. Abbiamo bisogno di specializzazione, anzi di super specializzazione. Noi in Geox abbiamo investito molto nell’innovazione”, ricorda il manager della società, affermando di voler “arrivare a 30 mila dipendenti dopo 15 anni di lavoro e aprire più di 1.000 negozi monomarca”.

Sui giovani, Polegato ha poi ricordato come “dobbiamo valorizzare il mondo giovanile attraverso l’innovazione, che significa principalmente tre cose: creare o modificare qualcosa, proprietà intellettuale e sperimentazione. La delocalizzazione non può essere un problema” – ha quindi concluso il presidente di Geox – “ma occorre creare un prodotto italiano non copiabile”.

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