
Gli attacchi informatici non sono mai solo un problema tecnico: sono colpi diretti alla fiducia, alla reputazione e, spesso, alle finanze di un’azienda o di un individuo. Negli ultimi anni, alcune violazioni hanno raggiunto costi astronomici, mettendo in ginocchio intere organizzazioni e lasciando danni che si misurano in miliardi di dollari.
Con una criminalità informatica sempre più sofisticata, il mondo ha visto cifre da capogiro: nel 2023 si stima che gli attacchi informatici abbiano causato perdite globali per 8 mila miliardi di dollari, con previsioni di crescita esponenziale negli anni a venire. Tuttavia, la lezione più importante non è nei numeri, ma nelle storie dietro questi attacchi: ciascuno di essi rappresenta una lezione pratica su cosa fare (o non fare) per proteggere dati e sistemi.
In questo articolo analizzeremo i 5 attacchi informatici più costosi della storia recente. Scopriremo cosa è successo, quali errori hanno permesso agli hacker di colpire così duramente e, soprattutto, quali contromisure possono aiutarti a evitare scenari simili. Che tu sia un professionista IT o un utente comune, questa guida ti offrirà spunti utili per rafforzare la tua sicurezza digitale.
Una panoramica dei colossi della cybercriminalità
Ecco una lista dei 5 attacchi informatici più costosi della storia, con una breve descrizione e il loro impatto economico:
- Attacco WannaCry (2017)
- Descrizione: un ransomware che sfruttava una vulnerabilità nei sistemi Windows per criptare i dati delle vittime, chiedendo riscatti in Bitcoin. Ha colpito ospedali, aziende e istituzioni pubbliche in tutto il mondo.
- Costo stimato: 4 miliardi di dollari in danni e spese di ripristino.
- Attacco a Target (2013)
- Descrizione: un attacco hacker ai sistemi POS della catena Target ha portato al furto di informazioni su 40 milioni di carte di credito e dati personali di 70 milioni di clienti.
- Costo stimato: 300 milioni di dollari in risarcimenti, spese legali e danni reputazionali.
- Attacco Equifax (2017)
- Descrizione: un attacco che ha esposto dati sensibili di 147 milioni di persone, tra cui numeri di previdenza sociale, date di nascita e indirizzi.
- Costo stimato: 700 milioni di dollari in accordi legali e spese di riparazione.
- Attacco NotPetya (2017)
- Descrizione: un malware mascherato da ransomware che ha colpito aziende globali, principalmente in Ucraina, distruggendo i dati anziché chiedere riscatti. Ha compromesso operazioni di aziende come Maersk, Merck e FedEx.
- Costo stimato: 10 miliardi di dollari, rendendolo uno degli attacchi più costosi della storia.
- Attacco Sony Pictures (2014)
- Descrizione: gli hacker, presumibilmente legati alla Corea del Nord, hanno violato i sistemi di Sony Pictures per protestare contro il film The Interview. Hanno rubato dati sensibili e rilasciato e-mail compromettenti dei dirigenti.
- Costo stimato: 100 milioni di dollari, incluse spese legali, risarcimenti e danni reputazionali.

1. WannaCry: l’epidemia digitale che ha paralizzato il mondo
Nel maggio del 2017, WannaCry ha mostrato al mondo intero quanto devastanti possano essere i ransomware. Questo attacco ha dato vita a un cryptoworm in grado di diffondersi rapidamente attraverso Internet e reti locali.
Il risultato? In soli quattro giorni, oltre 200.000 computer in 150 Paesi sono stati messi fuori uso. Tra le vittime, anche infrastrutture critiche: diversi ospedali del Regno Unito si sono ritrovati con dispositivi medici cifrati, costringendo a rinviare operazioni e trattamenti. Grandi aziende sono state obbligate a fermare la produzione, dimostrando come un attacco digitale possa causare danni reali, anche fuori dal mondo virtuale.
Come è successo
WannaCry ha sfruttato EternalBlue – una vulnerabilità nei sistemi Windows scoperta dal team Equation Group e resa pubblica da The Shadow Brokers –, che permetteva di infettare computer non aggiornati.
Nonostante Microsoft avesse rilasciato una patch per correggere il problema mesi prima dell’attacco, molti sistemi non erano stati aggiornati, consentendo al malware di diffondersi rapidamente e in modo incontrollato.
Questo ha reso WannaCry particolarmente devastante, poiché ha compromesso anche sistemi che non avevano subito un attacco diretto, ma si trovavano nella stessa rete.
Errori principali di WannaCry
- Mancata applicazione degli aggiornamenti: molte aziende non hanno installato la patch di sicurezza di Microsoft, nonostante fosse stata rilasciata in tempo.
- Assenza di strategie di backup adeguate: molte organizzazioni non avevano effettuato backup regolari dei propri dati, impedendo il recupero in caso di attacco.
- Sistemi obsoleti e vulnerabili: molte macchine che hanno subito l’attacco non erano più supportate da Microsoft, esponendo gli utenti a rischi elevati.
Impatto economico e reputazionale
L’attacco WannaCry ha avuto un impatto economico significativo, con danni stimati in oltre 4 miliardi di dollari a livello globale. Le aziende e le infrastrutture critiche hanno dovuto fermare le operazioni, causando interruzioni nei servizi e perdite produttive.
Il sistema sanitario del Regno Unito è stato particolarmente colpito, con ospedali e cliniche che hanno dovuto rinviare trattamenti e operazioni mediche urgenti. A livello reputazionale, molte aziende hanno subito danni notevoli a causa della percezione di una gestione inefficace della sicurezza.
Lezioni da imparare da WannaCry
WannaCry ci ha insegnato lezioni cruciali sulla sicurezza informatica:
- Aggiornamenti regolari: è fondamentale applicare tempestivamente le patch di sicurezza per proteggere i sistemi vulnerabili.
- Backup frequenti: è essenziale avere copie di backup sicure e separate, per poter ripristinare i dati in caso di attacco.
- Formazione sulla sicurezza: tutti gli utenti devono essere adeguatamente formati per riconoscere le minacce e evitare comportamenti rischiosi che potrebbero compromettere la sicurezza aziendale.
2. Attacco a Target (2013): un caso emblematico di vulnerabilità nella supply chain
Nel 2013, Target è stata colpita da uno degli attacchi informatici più discussi della storia recente, un attacco che ha messo in luce la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento. Gli hacker sono riusciti a infiltrarsi nei sistemi POS di Target sfruttando una vulnerabilità nella sicurezza di un fornitore terzo, Fazio Mechanical, che non aveva adottato adeguate misure di protezione contro i malware. Questo ha permesso agli aggressori di installare software dannoso attraverso la rete interna di Target, compromettendo i dati di 40 milioni di carte di credito e le informazioni personali di 70 milioni di clienti.
Come è successo
L’attacco ha avuto inizio con l’infiltrazione nella rete di un fornitore esterno, che non disponeva di adeguate difese informatiche. Da lì, i cybercriminali sono riusciti a muoversi lateralmente nella rete di Target, installando il malware sui sistemi POS. L’incidente ha portato alla sottrazione di informazioni sensibili, causando un danno immediato e devastante.
Errori principali di Target
L’attacco ha rivelato diverse carenze nella gestione della sicurezza, tra cui:
- Mancata separazione tra i sistemi della rete interna e quelli dei fornitori: una debolezza cruciale che ha permesso agli aggressori di accedere facilmente ai sistemi sensibili.
- Trascuratezza nell’analizzare e rispondere agli allarmi generati dagli strumenti di monitoraggio, che avevano già segnalato il malware senza però suscitare alcuna azione adeguata.
- Affidamento eccessivo alla conformità con gli standard PCI senza una strategia di sicurezza multilivello per affrontare le minacce emergenti.
Impatto economico e reputazionale
L’attacco ha avuto gravi conseguenze economiche, con costi diretti di circa 252 milioni di dollari, che includono il risarcimento ai clienti e le spese legali. Tuttavia, il danno reputazionale è stato ancora più significativo.
Le vendite sono crollate e l’azienda ha registrato una perdita del 46% degli utili nel quarto trimestre del 2013. A livello dirigenziale, l’attacco ha portato alla rimozione di figure chiave, incluso il CEO, e ha costretto Target a rivedere completamente la sua strategia di sicurezza, adottando tecnologie come EMV per rendere i dati delle carte inaccessibili agli hacker.
Lezioni da imparare da Target
Dall’attacco a Target possiamo imparare importanti lezioni per migliorare la sicurezza delle nostre aziende:
- Gestire i rischi della supply chain: è fondamentale che i fornitori adottino standard di sicurezza elevati e siano periodicamente verificati per garantire che non ci siano vulnerabilità che possano essere sfruttate dagli aggressori.
- Tokenizzazione dei dati: la sostituzione dei dati sensibili con token unici è una misura efficace per proteggere le informazioni personali dei clienti e ridurre il rischio di esposizione durante gli attacchi.
- Monitoraggio attivo e continuo: rafforzare la capacità di rispondere alle minacce con sistemi di allerta proattivi che possano rilevare attività sospette in tempo reale e prevenire danni.
- Separazione delle reti aziendali: isolare le reti e i sistemi critici dalle altre risorse aziendali per ridurre il rischio di un attacco che comprometta l’intero ecosistema aziendale.
3. Attacco Equifax (2017): la falla che ha messo a rischio la sicurezza dei dati personali
Nel 2017, Equifax, una delle principali agenzie di credito statunitensi, è stata vittima di un attacco informatico che ha messo in evidenza una vulnerabilità critica nei suoi sistemi. Questo incidente ha esposto i dati sensibili di 147 milioni di persone, tra cui numeri di previdenza sociale, date di nascita e indirizzi.
Sebbene l’attacco non fosse mirato a rubare denaro, ha avuto un impatto devastante, causando danni economici stimati in circa 700 milioni di dollari per risarcimenti e spese legali. La causa principale della violazione è stata la mancata protezione adeguata dei dati da parte dell’azienda.
Come è successo
L’attacco a Equifax è stato reso possibile da una vulnerabilità nel software Apache Struts, che l’azienda non aveva aggiornato tempestivamente. Sebbene una patch di sicurezza fosse stata rilasciata mesi prima dell’attacco, Equifax non l’ha implementata, lasciando così la porta aperta agli hacker.
Questi ultimi sono riusciti a penetrare nei sistemi aziendali e a raccogliere informazioni sensibili per un periodo di settimane prima che l’incidente venisse scoperto. La gravità di questa violazione ha sollevato preoccupazioni su come le grandi aziende gestiscono i dati personali dei consumatori.
Errori principali di Equifax
L’attacco ha evidenziato diversi errori significativi da parte di Equifax, tra cui:
- Mancato aggiornamento tempestivo dei sistemi: nonostante la vulnerabilità fosse nota e fosse già disponibile una patch, l’azienda non ha provveduto a implementarla.
- Mancanza di monitoraggio proattivo: il malware è stato in grado di operare indisturbato per settimane, il che suggerisce un insufficiente monitoraggio e una risposta lenta agli allarmi di sicurezza.
- Gestione inadeguata delle vulnerabilità: nonostante le best practice suggeriscano di rispondere tempestivamente alle minacce note, l’azienda ha sottovalutato l’importanza di applicare aggiornamenti critici.
Impatto economico e reputazionale
L’incidente ha avuto conseguenze finanziarie enormi per Equifax. I costosi risarcimenti e le spese legali per un totale di circa 700 milioni di dollari sono stati solo una parte del danno subito. Inoltre, il danno reputazionale è stato ancora più grave, poiché milioni di consumatori hanno perso fiducia nell’azienda. Questo ha avuto un impatto a lungo termine sulle sue operazioni, con una continua pressione per migliorare le misure di sicurezza e rimediare agli errori commessi.
Lezioni da imparare da Equifax
L’attacco a Equifax offre lezioni fondamentali per ogni azienda:
- Mantenere i sistemi sempre aggiornati: le vulnerabilità note sono un’opportunità per i cybercriminali; mantenere i sistemi aggiornati è essenziale per la sicurezza.
- Monitorare continuamente le reti aziendali: è cruciale rilevare attività sospette per prevenire accessi non autorizzati e minimizzare i danni.
- Investire nella formazione sulla sicurezza: sensibilizzare i dipendenti su come riconoscere e rispondere alle minacce è fondamentale per prevenire incidenti.
4. NotPetya: il malware che ha riscritto il costo degli attacchi informatici
Nel 2017, NotPetya ha cambiato per sempre il panorama della cybersecurity. Sebbene si presentasse inizialmente come un ransomware, si trattava in realtà di un wiper, cioè un malware progettato per distruggere i dati, non per ottenere un riscatto.
L’attacco ha sfruttato vulnerabilità già note, come EternalBlue ed EternalRomance, combinando credenziali deboli e sistemi non aggiornati per diffondersi attraverso le reti aziendali. Nonostante abbia infettato meno dispositivi rispetto a WannaCry, NotPetya ha avuto un impatto devastante, causando danni stimati in oltre 10 miliardi di dollari.
Tra le vittime si annoverano grandi aziende come Maersk e FedEx, che sono state paralizzate per settimane, con ingenti perdite finanziarie.
Come è successo
NotPetya ha utilizzato come vettore iniziale un software di contabilità ucraino, MeDoc. Gli hacker hanno compromesso il server di aggiornamento del software, facendo in modo che un aggiornamento infetto venisse inviato agli utenti.
Una volta attivato, NotPetya ha cifrato i dati in modo irreversibile, bloccando le operazioni aziendali e impedendo il recupero delle informazioni. La diffusione del malware attraverso le reti aziendali è stata rapida ed efficiente, mettendo fuori gioco molte organizzazioni globali.
Errori principali di NotPetya
- Uso di software vulnerabile: l’attacco è stato possibile sfruttando una vulnerabilità già nota nel software MeDoc, che non aveva subito gli aggiornamenti necessari.
- Mancanza di protezioni avanzate: molte delle aziende colpite non avevano adottato soluzioni di sicurezza in grado di rilevare il malware prima che fosse troppo tardi.
- Gestione inefficace delle credenziali: le credenziali deboli e non sicure hanno permesso al malware di propagarsi facilmente attraverso le reti aziendali.
Impatto economico e reputazionale
L’attacco ha avuto un impatto economico devastante, con danni stimati superiori ai 10 miliardi di dollari. Grandi aziende come Maersk e FedEx hanno subito interruzioni operative per settimane, con perdite ingenti. La crisi ha anche avuto un impatto sulla reputazione delle aziende coinvolte, causando una perdita di fiducia da parte dei clienti e degli azionisti. Molti dei colpiti hanno dovuto affrontare costi aggiuntivi per il recupero dei dati e per l’adozione di nuove misure di sicurezza.
Lezioni da imparare da NotPetya
Dall’attacco NotPetya possiamo imparare lezioni fondamentali per migliorare la sicurezza delle aziende:
- Proteggere i sistemi vulnerabili: è essenziale aggiornare regolarmente tutti i software per evitare l’esploitazione di vulnerabilità note.
- Implementare soluzioni anti-malware avanzate: utilizzare strumenti in grado di rilevare minacce anche molto sofisticate e nascoste.
- Formare i dipendenti: la consapevolezza delle minacce informatiche è cruciale per prevenire attacchi simili. Formare il personale è il primo passo per costruire difese solide.
5. Attacco Sony Pictures (2014): il caso che ha svelato le vulnerabilità della sicurezza aziendale e sollevato il rischio di cyber-guerra
Nel 2014, Sony Pictures è stata vittima di un attacco informatico di alto profilo che ha avuto ripercussioni globali. Gli hacker, presumibilmente legati alla Corea del Nord, hanno violato i sistemi aziendali di Sony per protestare contro la produzione e distribuzione del film The Interview, una commedia che satirizzava il regime nordcoreano.
Oltre a bloccare l’accesso ai sistemi aziendali, gli aggressori hanno rubato una grande quantità di dati sensibili, tra cui e-mail compromettenti di dirigenti e documenti confidenziali, diffondendoli pubblicamente. L’attacco ha messo in luce le vulnerabilità nel trattamento delle informazioni aziendali e ha sollevato preoccupazioni sul crescente fenomeno della cyber-guerra.
Come è successo
Gli hacker hanno sfruttato vulnerabilità nei sistemi di sicurezza di Sony Pictures per ottenere accesso ai dati aziendali sensibili. Una volta infiltrati nei sistemi, hanno rubato e rilasciato documenti riservati, tra cui e-mail private di dirigenti e altre comunicazioni interne. Il malintenzionato furto di dati ha avuto un impatto devastante sull’azienda, provocando danni ingenti e mettendo a rischio la sua reputazione.
Errori principali di Sony Pictures
Sony Pictures ha commesso vari errori durante questo attacco:
- Gestione inadeguata della sicurezza informatica: la protezione dei dati sensibili non era abbastanza robusta, il che ha reso l’attacco più facile da realizzare.
- Mancanza di una risposta rapida e coordinata agli allarmi iniziali che avrebbero potuto limitare i danni.
- Dipendenza eccessiva dalla sicurezza perimetrale, senza prendere in considerazione la protezione dei dati all’interno dei sistemi aziendali.
Impatto economico e reputazionale
L’attacco ha avuto gravi conseguenze economiche per Sony Pictures. Il costo stimato dell’incidente è stato di circa 100 milioni di dollari, includendo le spese legali, i risarcimenti e i danni diretti alla reputazione dell’azienda.
Il lancio del film The Interview è stato temporaneamente annullato, e l’incidente ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale sul ruolo della cybersicurezza nei conflitti geopolitici. L’impatto reputazionale è stato altrettanto significativo, danneggiando la fiducia dei clienti e degli stakeholder nell’azienda.
Lezioni da imparare da Sony Pictures
Dall’attacco subito da Sony Pictures, possiamo trarre lezioni fondamentali per proteggere le informazioni aziendali:
- Rafforzare la sicurezza informatica: è essenziale implementare soluzioni avanzate per proteggere i dati aziendali, includendo la crittografia e un monitoraggio costante.
- Sviluppare una risposta rapida agli incidenti: le aziende devono essere pronte a rispondere tempestivamente agli attacchi, riducendo così i danni.
- Formare il personale: garantire che i dipendenti siano adeguatamente formati sulla sicurezza informatica per evitare accessi non autorizzati e ridurre il rischio di attacchi.
- Protezione dei dati sensibili: separare e proteggere adeguatamente i dati aziendali più delicati è essenziale per prevenire fughe di informazioni dannose.
Prevenire è meglio che pagare: formazione e consapevolezza
Questi attacchi non sono semplici aneddoti, ma moniti per chiunque utilizzi sistemi digitali. La formazione continua è la migliore difesa contro minacce sempre più sofisticate. Inizia investendo su corsi specifici che approfondiscono le tecniche per proteggere reti, endpoint e ambienti cloud. Ad esempio, la formazione cyber security disponibile su Nexsys è ideale per chi vuole prepararsi a fronteggiare rischi reali con competenze pratiche e aggiornate.
Non aspettare di diventare la prossima vittima: agisci ora.