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Concorsi pubblici e una fuga che non sembra avere fine

È sempre più evidente nel corso degli ultimi tempi che la Pubblica Amministrazione ha la necessità di assumere del personale specializzato e con delle competenze adeguate. Il problema è che gli specializzati pare proprio che non siano particolarmente incentivati a lavorare negli enti pubblici.

Si tratta di un trend che è stato ben messo in evidenza da parte del Messaggero e che si basa su un dato in modo particolare. Per poter attuare quanto è previsto dal Pnrr, infatti, il Governo ha dato il suo ai contratti a tempo indeterminato senza fare ricorso al concorso pubblico, per qualcosa come 800 esperti negli ambiti informatici, giuridici, economici e statistici-matematici, ma anche ingegneristici e gestionali.

Il solo requisito che va rispettato è relativo al fatto di aver trascorso almeno 15 mesi di fila di lavoro presso un Ministero oppure presso un ente comunale, dopo l’assunzione con un contratto a termine. Dopo aver affrontato e superate le selezioni, però, qualcosa non ha funzionato, dal momento che la metà degli 800 esperti ha detto di no e ha rifiutato il posto di lavoro.

Stando ai dati di Formez, la percentuale di posti che sono stati proposti con un concorso pubblico che non sono stati adeguatamente coperti, è arrivata al 20%.

Come si può facilmente intuire, i cambiamenti non sono affatto terminati, visto che prendono in considerazione anche una sorta di rivalità dal punto di vista territoriale. In effetti, al Nord sono arrivati tantissimi dipendenti pubblici dal Mezzogiorno. In base alle varie statistiche che sono state diffuse da parte dei Formez, qualcosa come sette candidati su dieci arrivano proprio dal Sud e non bisogna dimenticare come addirittura il 60% riesce a essere idoneo.

Discorso completamente diverso per le regioni del Nord. Solamente l’1,4% dei candidati arriva dal Veneto, poco di più dalla Lombardia (2%), mentre il 20% arriva dal Lazio e addirittura il 16% dalla Campania. Non dobbiamo dimenticare un altro aspetto, ovvero che nel corso dei prossimi anni questo esodo lavorativo potrebbe bloccarsi. Infatti, sono due i fattori che potrebbero cambiare le carte in tavola. Prima di tutto lo sblocco dei turn-over e poi il fatto che riprenderanno in maniera importante tutti i concorsi pubblici. Tra l’altro, è molto interessante mettere in evidenza un altro aspetto ben preciso, ovvero che la concorrenza oramai non è più solamente con il mercato del lavoro privato, visto che la concorrenza si estende anche alle medesime amministrazioni pubbliche.

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