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Crisi europea, le simulazioni OCSE

L’OCSE simula i tre possibili scenari che potrebbero manifestarsi in un prossimo futuro se la situazione non migliorerà; in effetti, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha presentato nella capitale francese i tre possibili scenari che potrebbero derivare per l’effetto di un default di pagamento di un Paese della zona euro.

Il governo Monti, da parte sua, è pronto a scongiurare visioni di questo tipo perché ha in animo di definire una serie di misure che potrebbero dare linfa alla finanza pubblica insieme ad una serie di provvedimenti per favorire lo sviluppo.

Si parte da una visione ottimistica, ovvero default di un Paese piccolo come la Grecia. In questo caso si avrebbe un effetto dominio sulle banche creditrici con pesanti perdite e con la conseguente necessità di dover ricapitalizzare: le economie più colpite, a parere dell’OCSE, sono la Francia e la Germania. Non solo, a causa di un effetto domino l’impatto coinvolgerebbe anche altre economie, come l’Italia. L’OCSE osserva che il caso di un default della Grecia, o qualsiasi altro Paese piccolo, gli effetti sarebbero comunque gestibili anche se occorreranno misure per ricapitalizzare le banche.

La seconda ipotesi analizzata è il default di un grande paese come l’Italia. In questo caso l’effetto sarebbe più disastroso per via delle conseguenze sulle finanze dell’Unione e sui canali bancari con ricadute dirette e immediate sui titoli europei delle banche giapponesi e americane. Un evento di questo tipo creerebbe, sempre secondo l’OCSE, un circolo vizioso sui costi del debito pubblico per via, anche, dell’innalzamento dei tassi e un contraccolpo inevitabile sullo sviluppo di tutta l’eurozona, oltre ad impatti sulle altre economie del mondo anche per gli effetti sulle esportazioni .

L’OCSE ha anche esaminato una possibile uscita dall’euro di un Paese anche se la stessa l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico considera questa ipotesi abbastanza remota. In base alle considerazioni una possibilità del genere risulta

devastante e porterebbe a spese enormi per tutti i Paesi dell’eurozona. Il risultato piu’ probabile sarebbe una profonda depressione sia nei Paesi usciti dalla zona euro sia in quelli che saranno rimasti al suo interno, ma anche nell’economia mondiale

Fonte Ansa.

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