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Inail, per Sartori è vicina la soglia zero

 Sartori, il presidente dell’Inail, osserva che ancora più vicina la soglia degli zero infortuni valutando positivamente i dati provvisori diffusi dall’ente di prevenzione italiano. Il presidente dell’Istituto, allo stesso tempo, chiede, da parte del governo, maggiore chiarezza e una precisa volontà sul fronte della prevenzione infortuni: da uno stop alla riduzione del personale ad una forte decisione sul versante degli investimenti. Il nostro primario Istituto di prevenzione e di sicurezza sul lavoro ha la necessità di avere precise risposte allo scopo di pianificare e organizzare la sua macchina organizzativa sul territorio.

I dati, seppur provvisori, dimostrano un trend positivo che ha bisogno anche di certezze da parte del governo tanto che per il presidente dell’Istituto, Marco Fabio Sartori, i numeri dimostrano che

una prima valutazione sull’andamento dell’anno, ed è certamente una valutazione significativa, perché sembra consolidato il miglioramento di un anno storico come il 2010, estremamente importante perché, per la prima volta, finalmente si scende sotto la soglia dei mille morti l’anno

Non solo, Sartori conferma la volontà dell’Istituto di proseguire su questa strada con un sforzo economico non indifferente

Stiamo facendo uno straordinario sforzo economico, oltre che organizzativo, in materia di prevenzione. Un grande investimento che viene attuato con totale attenzione e trasparenza perché realizzato col denaro delle imprese a favore dei lavoratori, quello che noi gestiamo. Solo per il triennio 2009-2011 questo impegno ci ha portato a stanziare una cifra considerevole, che supera il miliardo di euro: uno sforzo mai fatto prima

Per Sartori l’INAIL rafforza anche l’impegno sul fronte della riabilitazione, delle prime cure e, per il 2012, si interverrà anche sul reinserimento lavorativo, mentre non è assolutamente possibile scendere sotto il limite dei 9600 dipendenti per non pregiudicare il ruolo dell’Istituto. In effetti, per l’Inail è necessario almeno confermare la forza di lavoro dell’Istituto al fine di offrire garanzie agli oltre venti milioni di lavoratori.

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