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Manovra 2011, la Camera approva

Anche la Camera ha approvato la manovra 2011 sobbarcando la maggior parte del peso ai lavoratori dipendenti e ai pensionati e non facendo nulla sul lavoro sommerso e sull’evasione fiscale. Le parole, poi, del sindacato lasciano l’amore in bocca…

In effetti, per Raffaele Bonanni

E’ una manovra che ha voluto l’Europa, che serve all’Italia per difendersi meglio dalle speculazioni che distruggerebbero qualsiasi sostegno, qualsiasi welfare, qualsiasi garanzia per l’occupazione. È una manovra che si abbatte sugli interessi popolari, stringe ancora di più le condizioni delle famiglie, non stringe invece le condizioni della politica, quelle che riguardano livelli pletorici amministrativi e istituzionali.

Ma in realtà, Bonanni sa benissimo che i costi della politica non sono le uniche pecche di un sistema che spera, sempre e in qualsiasi situazione, nel lavoro dipendente e sul reddito del pensionato per correggere anomalie del tutto evidente e che nessuno vuole sanare: economia sommersa, evasione fiscale, costi della politica…

Mentre fino a qualche settimana fa si caldeggiava una riforma del fisco in Italia con l’introduzione di tre aliquote con minore tassazione siamo arrivati, ora, a definire, in maniera subitanea e senza pudore , un aumento della tassazione senza riguardo per nessuno (di sicuro per il lavoratore a reddito fisso) e negando tutte le buone intenzioni per una politica seria per la famiglia in nome di un rigore fiscale che solo i lavoratori dipendenti e i pensionati devono percepire.

Da alcune valutazioni della Cisl si apprende che l’intervento sulle agevolazioni fiscale pesa in modo rilevante. Ad esempio, per un operaio si traduce in un aumento della tassazione di 556 euro dal 2014 prendendo a riferimento

una famiglia con un reddito annuo di 18.000 euro, che gli da diritto a detrazioni per lavoro pari a 1.238 euro. A questo aggiunge le detrazioni per coniuge e un figlio a carico con meno di 3 anni: sono altri 1.419 euro in meno di tasse. Tra le detrazioni, poi, aggiunge 300 euro per l’asilo e 500 per le spese mediche: in questo caso lo sconto fiscale reale, applicando franchigie e tetti, è rispettivamente di 70 e 57 euro. In totale l’operaio ha quindi oggi uno sconto di 2.784 euro. Di fatto pagherà 140 euro in più nel 2013 e 556 euro nel 2014.

Quasi la stessa perdita per un lavoratore benestante monoreddito senza figli

con un reddito di 45000 euro che abbatte di 3.500 euro grazie all’utilizzo degli oneri deducibili per la previdenza complementare (l’abbattimento scenderebbe a 2.800 euro). A questo aggiunge altri sconti. La detrazione per lavoro dipendente (435 euro), quella per il coniuge a carico (656 euro). Per ridurre l’Irpef nella dichiarazione vengono indicate anche spese mediche per 3.000 euro (sconto pari a 545 euro) e la detrazione al 36% riconosciuta per le spese di costruzione relative all’acquisto di un box auto (30.000 euro) che vengono spalmate in 10 anni dando diritto a 1.080 euro di sconto l’anno. In totale – senza considerare l’abbattimento della previdenza complementare che rappresenta un ulteriore beneficio – le agevolazioni godute ammontano a 2.716 euro. Il taglio peserebbe per 136 euro nel 2013 e per 543 euro nel 2014.

… E la promessa riduzione fiscale? Boh, e intanto paghiamo le stesse tasse ma con meno agevolazioni ….Conviene per un lavoratore dipendente continuare a lavorare?

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