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Manovra bis 2011, per la CISL è necessaria

La segreteria della CISL ha espresso il suo giudizio sulla manovra bis 2011 fortemente voluta dalla BCE: una posizione che per nulla condivide l’analisi della CGIL che ha espresso nei giorni scorsi. In effetti, per la segreteria del secondo sindacato italiano questa seconda manovra si è resa necessaria per la difficoltà dei nostri conti pubblici per arrivare, per il 2013, al pareggio di bilancio.

Anche se rimangono punti da migliorare con le parti sociali, per la Cisl la manovra di agosto è apprezzabile perché cerca di definire interventi strutturali che si indirizzano alla riduzione dei costi della politica e degli assetti istituzionali, con il superamento delle Province al di sotto dei 300.000 abitanti e con l’accorpamento dei piccoli comuni, fino all’avvio della liberalizzazione dei servizi pubblici locali.

Non solo, la manovra cerca di evitare sovraccarichi sul ceto medio e sui piccoli risparmiatori visto che si porta la tassazione delle rendite finanziarie al 20%, mantenendo al 12,5% i Bot al maggiore coinvolgimento nel contributo di solidarietà dei redditi più alti per i lavoratori dipendenti al 5% sopra i 90.000 euro e al 10% sopra i 150.000.

La Cisl, nella parte relativa alla contrattazione aziendale e territoriale, rileva che il nuovo sistema messo in piedi con la UIL ne esce fortemente valorizzato anche in linea con l’accordo interconfederale del 2009 e l’intesa del 28 giugno scorso. Il secondo sindacato italiano, però, ribadisce che la materia regolata dal governo deve essere lasciata, in via prioritaria,

all’ autonomia contrattuale libera e responsabile delle parti sociali e che in questo ambito la legislazione puo’ intervenire in funzione di sostegno, come e’ accaduto in tale circostanza

La Cisl critica l’ennesimo intervento sul lavoratori pubblici, già colpiti dalle precedenti manovre con il blocco contrattuale e del turn over, e chiede una rivisitazione dei provvedimenti di posticipo a 24 mesi del TFR e di rischio di decurtazione della tredicesima perché invece di colpire indistintamente tutti occorre, al contrario, definire un sistema di incentivi da prevedere nella contrattazione integrativa dei lavoratori pubblici.

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