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Manovra bis 2011, le valutazioni della UIL

La manovra d’agosto è ora legge ma non mancano osservazioni o critiche al provvedimento che tendono a mettere in risalto le diverse novità introdotte e le occasioni mancate dove la classe politica non è riuscita a mostrare al Paese serietà e consapevolezza delle proprie responsabilità. In particolare la UIL, a cura del servizio politiche economiche, ha illustrato la propria posizione in alcuni suoi aspetti.

Da una parte il sindacato si è mostrato soddisfatto per l’introduzione del delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, ossia una precisa condanna al caporalato, nel nostro ordinamento giuridico che nello svolgimento di un’attività organizzata di intermediazione, reclutando manodopera  o organizzandone l’attività lavorativa caratterizzata da sfruttamento, mediante violenza, minaccia, o intimidazione, approfittando dello stato di bisogno o di necessità dei lavoratori. In base alle disposizioni legislative, è prevista la reclusione da cinque a otto anni e la multa da mille a 2mila euro per ciascun lavoratore reclutato.

Al delitto si applicano anche le disposizioni di cui all’articolo 604 del codice penale:  infatti,  il reato è punibile anche se sia commesso all’estero da cittadino italiano, o in danno di cittadino italiano, ovvero dallo straniero in concorso con cittadino italiano.

Il decreto-legge del 13 agosto 2011 n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, prevede anche novità, articolo 9, in merito al collocamento obbligatorio.

In effetti, si è provveduto a modificare la legge 68 del 1999 sul diritto al lavoro dei disabili. In particolare, i datori di lavoro privati che occupano personale in diverse unità produttive e i datori di lavoro privati di imprese che sono parte di un gruppo possono assumere in una unità produttiva o, ferme restando le aliquote d’obbligo di ciascuna impresa, in una impresa del gruppo avente sede in Italia, un numero di lavoratori aventi diritto al collocamento mirato superiore a quello prescritto, portando in via automatica le eccedenze a compenso del minor numero di lavoratori assunti nelle altre unità produttive o nelle altre imprese del gruppo aventi sede in Italia.

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