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Il nuovo codice di comportamento per i dipendenti pubblici, anche se manca ancora il contratto

 In arrivo una importante novità per i dipendenti pubblici; infatti, il consiglio dei ministri ha dato il via libera al Decreto presidenziale che introduce il Codice di comportamento per i dipendenti pubblici. Il nuovo atto permetterà di essere in linea con le con le raccomandazioni Ocse in materia di integrità ed etica pubblica.

Il codice messo a punto dal Governo prevede diverse strette come sui regali ai dipendenti pubblici: il decreto prevede una soglia di 150 euro introducendo anche l’occasionalità dei regali.

Non solo, si prevede che il dipendente comunichi la sua appartenenza o adesione ad associazioni e organizzazioni – esclusi partici politici e sindacati – i cui ambiti di interesse possano interferire con lo svolgimento delle attività dell’ufficio e la comunicazione, all’atto dell’assegnazione all’ufficio, dei rapporti diretti o indiretti di collaborazione avuti con soggetti privati nei 3 anni precedenti e in qualunque modo retribuiti.

Il codice introduce anche l’obbligo di rispettare i vincoli posti dall’amministrazione nell’utilizzo del materiale o delle attrezzature assegnate ai dipendenti per ragioni di ufficio, anche con riferimento all’utilizzo delle linee telematiche e telefoniche dell’ufficio.

I dirigenti pubblici devono comunicare all’amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possono porli in conflitto d’interesse con le funzioni che svolgono insieme all’obbligo di fornire le informazioni sulla propria situazione patrimoniale previste dalla legge.

Se da una parte si introduce il nuovo codice di comportamento dei dipendenti pubblici, dall’altra le organizzazioni sindacali intendono aprire le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro. Infatti, la posizione dei segretari generali di Cisl Fp e Cisl Scuola, Giovanni Faverin e Francesco Scrima è chiara

Siamo i primi a volere il rinnovo dei contratti di lavoro fermi al 2010 e abbiamo definito irresponsabile l’intento di bloccarli ancora. Ma questo non basta. Per gestire opportunamente i processi di riorganizzazione della Pa è indispensabile che l’accordo quadro sulle relazioni sindacali vada velocemente in porto, sulla spinta dell’Intesa unitaria del 3 maggio 2012

Non solo, i due segretari denunciano anche la grave situazione che si sta creando sul fronte normativo

Troppe amministrazioni stanno già illegittimamente disdettando o modificando unilateralmente i contratti integrativi, con grave danno ai salari accessori dei dipendenti pubblici. Proprio per questo, e a maggior ragione in una fase in cui contratti nazionali sono bloccati, serve un accordo nazionale che rilanci la contrattazione integrativa e non lasci i lavoratori in balia dell’arbitrio delle amministrazioni. Non dobbiamo permettere che con la scusa del risanamento dei bilanci gli enti finiscano per tagliare gli stipendi

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