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La proposta CGIL sugli ammortizzatori sociali

 L’intero sistema del welfare è in pieno subbuglio; infatti, il governo Monti, allo scopo di ridurre la spesa pubblica, ha da diverso tempo in agenza una profonda revisione degli strumenti di sostegno al reddito. A questo riguardo la CGIL ha presentato una sua proposta che tenga conto dei giusti criteri di equità e, nello stesso tempo, cerca anche di conciliare le esigenze di bilancio e di salvaguardia del benessere sociale.

La CGIL intende caldeggiare un sistema assicurativo fondato sulla contribuzione (lavoratori e imprese) e con un apporto solo solidaristico e di avvio da parte del bilancio pubblico. Sempre dalla proposta, inoltre, si legge come si debba poi alzare in maniera significativa il tetto massimale, portandolo a 1.800 euro netti, e confermare le durate complessive in 36 mesi nel quinquennio e i trattamenti di favore già oggi esistenti per i contratti di solidarietà.

In particolare, sul versante della cassa integrazione la proposta CGIL prevede la presenza di 90 giorni di anzianità lavorativa con l’estensione a tutti i dipendenti, mentre, in materia di disoccupazione, si può ottenere l’indennità in presenza di almeno 78 giorni di lavoro al momento della richiesta con un numero dei mesi di sussidio non può eccedere quelli dei mesi di contribuzione e, anche in questo caso, l’indennità è estesa a tutti i lavoratori dipendenti e parasubordinati.

La proposta CGIL intende anche riscrivere le regole sulla durata massima della mobilità e disoccupazione. In effetti, per i lavoratori impiegati al centro nord si prevede una durata massima di 24 mesi con un’età non superiore a 50 anni, ma che diventano 30 per i lavoratori del mezzogiorno. I lavoratori aventi un’età anagrafica al momento del licenziamento pari o superiore a 50 anni la durata passa a 30 mesi per i lavoratori sempre del Centro-nord ma passano a 36 per quelli residenti nelle regioni meridionali.

L’Ires, per conto della CGIL, ha anche modificato le durate massime della cassa integrazione a livello di unità produttiva portando la copertura fino a 36 mesi nell’arco di un quinquennio.

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