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La proposta della CGIL sulla riforma degli ammortizzatori sociali

La CGIL ha deciso di intervenire nel dibattito in tema di riforma del mercato del lavoro con una proposta che intende conciliare l’equità della contribuzione e la sostenibilità economica.

L’idea del maggiore sindacato italiano è di estendere le tutele degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori, anche quelli che ne risultano attualmente esclusi, utilizzando solo due strumenti operativi: la cassa integrazione guadagni e le provvidenze a favore della disoccupazione con aliquote unificate per tutte le qualifiche.

In sostanza, recependo le indicazioni del Protocollo del 2007, si stabilisce che il requisito di accesso è unificato a 78 giornate su cui è versata contribuzione, e la durata non potrà mai eccedere l’anzianità aziendale del lavoratore. Non solo, secondo la proposta della CGIL, si provvederà, entro i primi sei mesi di beneficio, alla la compilazione del bilancio di competenze del lavoratore, a cura dei servizi all’impiego.

In base alla proposta del sindacato è fatto d’obbligo, dal sesto mese di fruizione del beneficio, di accettare offerte di formazione coerenti con il bilancio di competenza e offerte di lavoro congrue secondo le disposizioni della legge regionale applicata.

La proposta prevede anche delle sanzioni a carico del lavoratore in caso di rifiuto immotivato o per la mancata frequenza al corso di formazione.

Il secondo strumento operativo utile per il sostegno al reddito è il ricorso alla cassa integrazione guadagni.

In questo caso, sempre secondo la CGIL, occorrerebbe rivedere le procedure di assegnazione. In effetti, per la cassa integrazione ordinaria non sono previste modalità di confronto preventivo, ma solo di informazione una volta avanzata la richiesta da parte dell’impresa.  La CGIL ritiene di unificare l’obbligo di confronto preventivo, salvo i casi di oggettiva urgenza attenuando per le imprese fino a 15 dipendenti l’obbligo di un piano di rilancio/ristrutturazione per difficoltà che si ritiene essere superabili in un periodo convenuto (sei mesi).

La durata della fase di confronto potrebbe essere inferiore per le imprese di dimensioni fino a 15 occupati.

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