Non è facile coprire svariate posizioni lavorative per le aziende in Italia. Il recente rapporto Unioncamere/Excelsior fotografa un mercato del lavoro italiano dinamico ma segnato da una significativa difficoltà nel reperimento di personale. A maggio, quasi la metà (47%) delle posizioni lavorative ricercate dalle aziende è rimasta scoperta o coperta con notevole difficoltà.
Questa tendenza, già osservata in precedenza, assume particolare rilevanza in vista dell’imminente stagione turistica estiva, periodo di massima richiesta di personale. Il tema si inserisce anche nel dibattito politico in vista dei referendum dell’8 e 9 giugno, che toccano da vicino il mondo del lavoro con quattro quesiti su cinque dedicati.

Focus sulle posizioni lavorative senza candidati in Italia nel 2025
Il report Unioncamere evidenzia una forte domanda di lavoro, con 528mila lavoratori ricercati a maggio e quasi 1,7 milioni previsti per il trimestre maggio-luglio, segnando un incremento di circa 35mila unità rispetto a maggio 2024 (+7,0%). Questo dato conferma un momento positivo per l’occupazione.
Nonostante questa vivace domanda, persiste un elevato “mismatch” tra domanda e offerta di lavoro. Nel mese corrente, 248mila profili professionali (il 47,0% del totale) risultano difficili da reperire, principalmente a causa della scarsità di candidati. Le carenze si acuiscono nelle professioni ad alta specializzazione: non si trova il 62,8% degli ingegneri richiesti, il 70% dei tecnici e il 66% dei responsabili della gestione dei processi produttivi. Supera il 70% anche la mancanza di specialisti in settori artigianali come manutenzione, riparazione e carpenteria metallica.
Il bollettino Unioncamere rileva che il principale motore della crescita del mercato del lavoro è il settore dei servizi e del turismo, una dinamica prevedibile in prossimità della stagione estiva. Al contrario, il settore manifatturiero registra un ulteriore arretramento, con una diminuzione del 2% nella richiesta di manodopera.
Le analisi sulle ragioni di questo persistente divario tra domanda e offerta di lavoro sono molteplici: dall’inadeguatezza della formazione professionale ai livelli salariali italiani, specialmente per i profili più qualificati, che rimangono significativamente inferiori rispetto ad altre economie europee. In generale, il salario medio in Italia (correlato al costo della vita) si attesta sui 24.000 euro, contro una media continentale di 27.000 euro e, ad esempio, i 36.000 euro garantiti in Olanda.
Staremo a vedere se la tendenza cambierà con il trascorrere dei mesi durante il 2025, ma è chiaro ad oggi che vi siano oggettive difficoltà per le aziende italiane che si trovano costrette a fare lunghe selezioni per coprire molte posizioni lavorative senza candidati in Italia. Una percentuale che sfiora il 50% la dice lunga sul momento che stiamo vivendo qui da noi.